Il referendum di Alitalia, che ha visto al voto i suoi dipendenti si è concluso con la vittoria del no che ha avuto una maggioranza pari al 67%. Bocciato il pre accordo di salvataggio, la compagnia aerea va quindi, come previsto, verso il commissariamento. Il consiglio di amministrazione ha dichiarato che data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge, convocando un’assemblea dei soci per il 27 Aprile al fine di deliberare sulle stesse. Intanto, ci tiene a precisare che, almeno per il momento, il programma e l’operatività della compagnia aerea rimarranno invariati.
James Hogan, presidente ed amministratore di Eithad Hogan si è detto amareggiato dall’esito del referendum dichiarando: “L’accordo preliminare con i sindacati era stato reso possibile e supportato dai leader degli stessi sindacati, dal management di Alitalia, dal Primo Ministro italiano e da tre Ministri del Governo, che avrebbero aiutato a mettere il futuro di Alitalia al sicuro. Il rifiuto di questo accordo nel referendum è profondamente deludente.”
Anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ed il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda si sono detti sconcertati per l’esito del referendum esprimendo il loro rammarico ed aggiungendo in una nota firmata anche dal ministro del lavoro Giuliano Poletti che un tale risultato mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia.
A questo punto bisogna attendere Giovedì 27 Marzo per conoscere i nuovi risvolti. Al momento si ipotizza l’uscita dei soci per la consegna dell’azienda al governo e la successiva nomina di uno o più commissari. In mancanza di nuovi finanziatori si procederebbe alla richiesta di fallimento della compagnia che porterebbe a due anni di cassa integrazione ed alla disoccupazione dei lavoratori.
Fonti: Immagine presa da askanews.it