Biotestamento, la legge avanza

Passi avanti per il disegno di legge riguardante il biotestamento. Ieri mattina è stato approvato l’emendamento che stabilisce il diritto del paziente di abbandonare le cure mediche. Questa modifica va ad annullare il sesto comma del primo articolo che citava “il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative

Sono quindi state effettuate delle modifiche sul consenso informato. In caso di pazienti con prognosi che prevede morte imminente, il medico dovrà astenersi dall’accanimento terapeutico evitando quindi di somministrare cure inutili. Qualora il paziente fosse in presenza di sofferenze che non rispondono ai farmaci, potrà richiedere la sedazione profonda unita alla terapia del dolore. Nel caso in cui, invece, richiedesse il termine dei trattamenti sanitari, il medico non avrà alcun obbligo e non sarà quindi costretto a muoversi contro la propria volontà. Il paziente potrà però rivolgersi ad altri medici presenti nella struttura.

E proprio le strutture, non potranno esonerarsi né quelle private né quelle cattoliche convenzionate con il sistema sanitario nazionale.

Riassumendo quindi, il biotestamento consiste in una dichiarazione circa il trattamento medico-sanitario. Il paziente dichiarerà per in forma scritta (qualora non gli fosse possibile scrivere potranno essere usati altri metodi) le terapie alle quali intende sottoporsi e quelle che invece non vuole gli siano praticate in un momento in cui potrebbe trovarsi incapace di esprimere il proprio giudizio. La scelta, nel caso in cui il paziente non sia in grado di esprimere la propria volontà nel momento in cui se ne presenti la necessità, spetterà ai parenti o agli eventuali rappresentanti legali.

Tra i trattamenti sono compresi anche i metodi di alimentazione ed idratazione artificiali.

Fonti: Immagine presa da agi.it

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