La chiamano generazione bruciata questa nuova gioventù che passa la maggior parte del proprio tempo interagendo sul web, alla ricerca di un’accettazione sociale che nella vita di tutti i giorni sembra sempre più difficile da ottenere. Tutto finisce sul web. Amori, amicizie, passioni e azioni spesso non vincolate, in cui la mancanza di giudizio e l’esagerazione prevalgono. Ogni minuto monitorato, immmortalato e pubblicato. Tutti devono sapere.
Persino gustarsi una birra insieme agli amici sembra essere superato da una nuova tendenza, quella di tracanarsi tutto d’un fiato un qualunque alcolico. È la neknomination, che sta impazzando sul web, soprattutto tra i giovanissimi. In solitudine, davanti alla webcam, per poi pubblicare le proprie gesta sui social cercando riscontro nei propri “amici”. Eppure c’è chi si rifiuta di lasciarsi travolgere da tendenze, che nella loro banalità e al di là di qualsiasi moralismo, tendono alla distruzione dei piccoli piaceri della vita. C’è chi rifiuta la nomination e accetta di ubriacarsi. Sì, ubriacarsi. Di libri.
Ecco che arriva la Book Nomination. Una rivalsa di alcuni ragazzi che hanno sfidato le nomination alcoliche con quelle letterarie, dimostrando di non essere prede della debolezza, ma protagonisti dell’altra faccia della medaglia, quella che non si lascia bruciare a nessun costo. È nato tutto con Diego, un ragazzo di Bologna che ha dato il via a un gioco che spazza via le ultime gocce di alcool per sfogliare nuove pagine. Le regole sono le stesse, cambiano però soggetti e oggetti coinvolti nel video.
Invece di svuotare bottiglie e bicchieri, i ragazzi aprono i libri e leggono un passo a loro scelta del proprio libro preferito davanti alla propria webcam, per poi nominare altre tre persone. Si va in direzione ostinata e contraria e anziché svuotare in un minuto una bottiglia di Peroni, si legge Baricco, Dostoevskij ma anche Murakami o Pennac. Una sfida che si colora di nuove emozioni, di un’ebrezza che non ha il retrogusto alcolico. Ci si impappina con le parole, un po’ timidi e imbarazzati perché condividere le proprie emozioni non è mica semplice. Bere una birra non è complicato, riprendersi mentre si legge sì.
La nuova tendenza è stata accolta con grande entusiasmo, diffondendosi a macchia d’olio non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti. Si aspettava solo la spinta giusta, un primo libro aperto e un primo coraggioso che desse il via.
Il primo libro citato è stato “Soffocare” di Chuck Palahniuk, che sembra un po’ il manifesto delle contronomination. “Possiamo passare la vita a farci dire dal resto del mondo cosa siamo: sani di mente o pazzi, stinchi di santo o sessodipendenti, eroi o vittime, oppure possiamo scegliere da noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito“.