Giornata impegnativa quella di oggi per Matteo Renzi, che dopo giorni di aspre discussioni vede riapprodare in Aula la nuova legge elettorale, ribattezzata “Italicum”. Problema fondamentale in questi giorni per il neo premier è l’insistenza da parte di una consistente compagine di donne, con in prima fila la Presidente della Camera Boldrini, che spingono per le “quote rosa” per regolare la presenza femminile in Parlamento (sul modello delle recenti primarie del Pd che vedevano obbligatoria la preferenza a un candidato uomo e uno donna). Forte stop da parte di Forza Italia che fa sapere tramite i suoi portavoce di non essere disponibile a scendere a nuovi patti, e che gli accordi presi al Nazareno tra Renzi e Berlusconi non vanno modificati.
Intanto un gruppo nutrito di parlamentari donne, appartententi a schieramenti trasversali, ha rilasciato un testo in cui si afferma che non si intende scendere a compromessi, spingendo per un’attuazione effettiva degli articoli 3 e 51 della Costituzione, che appoggerebbero a pieno titolo le loro richieste, espresse negli emendamenti bocciati nelle ultime sedute parlamentari.
Altro nodo da sciogliere per Renzi quello delle preferenze; dapprima totalmente abolite nella bozza di legge presentata all’indomani dell’accordo raggiunto con Fi e Ncd, in seguito riproposte da una parte del Pd e dall’alleato Alfano. Oggi rappresentano uno scoglio fondamentale per l’approvazione alla Camera. In questo caso non sarebbero tanto i numeri in Parlamento a spaventare l’ex sindaco di Firenze, quanto una possibile crisi di governo che potrebbe aprirsi per il malcontento dei partiti minori favorevoli a questa opzione inizialmente scartata.
Capitolo Senato, con voci sempre più insistenti di malcontenti da parte di una nutrita folla di senatori di questa legislatura, che vedrebbero a rischio una loro riconferma con l’abolizione della camera di Palazzo Madama. Nella serata di ieri Renzi ha dichiarato a “Che tempo che fa” di non poter prescindere dall’attuazione del piano che prevede l’abolizione del bicameralismo perfetto, e la formazione di una nuova camera delle autonomie composta da Sindaci e Presidenti di Regione.
Insomma seduta, quella di oggi, che si presenta come uno dei primi punti cruciali di questo mandato. Se Renzi riuscirà a trovare un compromesso tra le parti, con emendamenti che accontentino le eterogenee richieste di questi giorni, il suo esecutivo ne uscirà rafforzato notevolmente e pronto a dedicarsi nelle prossime giornate alla parte economica, e al tema del taglio delle tasse.