Twitter oramai è la nuova Agorà dell’era digitale. Sul sito di microbloggling si scrive e si dice di tutto, ci si informa, ci si confronta, e perché no si fa anche (troppe volte sterile) polemica. L’ultimo esempio vede protagonisti il giornalista Beppe Severgnini e Ferzan Ozpetek. Motivo del contendere: l’ultima pellicola del regista turco Allacciate le cinture. «Evitate il film», scrive il giornalista del Corriere della Sera. Parole che sanno di vera e propria stroncatura per un film che invece è tra i più visti del weekend in corso, segno invece dell’apprezzamento del pubblico italiano. Immediata la replica di Ozpetek: «addirittura evitarlo?» .
@beppesevergnini buongiorno. Capisco che non ti sia piaciuto ma addirittura invitare di evitarlo? :-))
— Ferzan Ozpetek (@ferzanozpetek) 9 Marzo 2014
Lo scambio tra i due a suon di cinguettii prosegue con la firma di Via Solferino che imputa alla “lentezza” del film la lite con la consorte, che non deve aver apprezzato il guardare l’orologio di continuo del marito (e come darle torto!). A questo punto Ozpetek esce dall’impasse con la sua solita ironia.
@beppesevergnini grazie Beppe mi stai facendo un enorme pubblicità anche se il film piace molto e sta andando molto bene. 🙂
— Ferzan Ozpetek (@ferzanozpetek) 9 Marzo 2014
La polemica a distanza si accende, e le risposte dei followers di entrambi non si fanno attendere. «Anche La Grande Bellezza è stata stroncata dalla critica e fa ancora discutere, però poi ha vinto l’Oscar» scrive @sceralby. Severgnini quindi prova a salvarsi in calcio d’angolo, facendo marcia indietro e invitando il pubblico ad andare al cinema e giudicare coi propri occhi.
I film devono far discutere, no? Proposta. Voi andate a vedere #AllacciateLeCinture e poi vi arrabbiate: con @ferzanozpetek o con me!
— beppe severgnini (@beppesevergnini) 9 Marzo 2014
Il danno però è stato fatto. Senza voler tirare in ballo il film Premio Oscar di Sorrentino, e fare paragoni forzati con l’ultima fatica di Ozpetek. I film vanno discussi è vero, vanno criticati, ma la critica come sempre deve essere costruttiva e non finalizzata, come in questo caso, a sottrarre pubblico alle sale. “Evitate questo film” non è un proclama da fare a mezzo web, soprattutto se si tratta di un film italiano. Una caduta di stile ancora più inaccettabile perché viene da un professionista della stampa.