Beppe Grillo e il post secessionista: E se l’Italia si dividesse

Arriva, come sempre dal suo blog, l’ultima provocazione di Beppe Grillo, che ipotizza un’eventuale dissoluzione dello stato italiano in macroregioni.
Il post, che ha come titolo «E se domani…», comincia con queste parole: «E se domani, alla fine di questa storia, iniziata nel 1861, funestata dalla partecipazione a due guerre mondiali e a guerre coloniali di ogni tipo, dalla Libia all’Etiopia. Una storia brutale, la cui memoria non ci porta a gonfiare il petto, ma ad abbassare la testa. Percorsa da atti terroristici inauditi per una democrazia assistiti premurosamente dai servizi deviati(?) dello Stato. Quale Stato? La parola Stato di fronte alla quale ci si alzava in piedi e si salutava la bandiera è diventata un ignobile raccoglitore di interessi privati gestito dalle maitresse dei partiti. E se domani, quello che ci ostiniamo a chiamare Italia e che neppure più alle partite della Nazionale ci unisce in un sogno, in una speranza, in una qualunque maledetta cosa che ci spinga a condividere questo territorio che si allunga nel Mediterraneo, ci apparisse per quello che è diventata, un’arlecchinata di popoli, di lingue, di tradizioni che non ha più alcuna ragione di stare insieme? La Bosnia è appena al di là del mare Adriatico. Gli echi della sua guerra civile non si sono ancora spenti».

Così esordisce il leader del Ms5 che, in un momento turbolento a causa delle espulsioni e dimissioni avvenute nel Movimento negli ultimi giorni, sembra voler strizzare l’occhio alla Lega Nord, sposando le sue “storiche” idee.
E se domani invece che migrare all’estero, come sono stati costretti a fare tanti neolaureati, o si decidesse di delocalizzare le imprese qualcuno dicesse “Basta!” allora, secondo Grillo si scatenerebbe un effetto domino ed il castello di carte su cui è stata costruita la nostra nazione scomparirebbe.

Appare chiaro a Grillo che l’Italia non può essere gestita «da Roma da partiti autoreferenziali e inconcludenti. Le regioni attuali sono solo fumo negli occhi, poltronifici, uso e abuso di soldi pubblici che sfuggono al controllo del cittadino. Una pura rappresentazione senza significato. Per far funzionare l’Italia è necessario decentralizzare poteri e funzioni a livello di macroregioni, recuperando l’identità di Stati millenari, come la Repubblica di Venezia o il Regno delle due Sicilie».

I punti focali del post sono, quindi, fondamentalmente due, la creazione delle macroregioni e la secessione. Temi da sempre cari alla Lega che per voce del suo segretario Matteo Salvini, dà il benvenuto a Grillo.
Il segretario del carroccio ha accolto ben volentieri il pensiero del leader del MS5 ed ha dichiarato: «Se ci sono i fatti, sì a battaglia comune».

Libero ha pensato, subito, di lanciare un sondaggio sulla eventuale alleanza tra Lega e MS5 visto che anche il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha ritwittato alcuni stralci del post considerandoli utili spunti di riflessione.
Se da un lato la Lega esulta, da più parti si ipotizza che il post sia stato solo un modo per poter distogliere l’attenzione dall’epurazione dei dissidenti dal Movimento e che sia un modo per poter attrarre qualche voto in più da parte dei leghisti delusi in vista delle elezioni europee.

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