Prima dell’inizio della partita viene effettuato un minuto di silenzio (che poi un minuto di silenzio non è) per la scomparsa di Luis Aragonez, con la soprano Mariola Cantarelo che canta l’Ave Maria di Pietro Mascagni, facendo vivere un’emozione incredibile agli spettatori e agli ascoltatori. Emozione che forse solo una partita come questa riuscirà ad eguagliare. A rappresentare la storia di queste due nazionali sono i due capitani, Casillas e Buffon, come Zamora-Combi nel ’34.
Spagna che parte subito all’attacco con il solito Iniesta che inventa una delle sue solite magie mandando in porta Alcantara, con l’Italia che riesce a scampare il pericolo. Sul rovesciamento di fronte è Cerci, con un’azione personale, ad impensierire gli spagnoli con un tiro cross che si infrange sul palo. Nei primi dieci minuti è la Spagna che controlla il gioco, con l’ Italia che si limita a controllare l’impeto spagnolo. Successivamente è l’Italia che prova ad uscire dalla propria tre-quarti chimando in causa Criscito e Cerci che non riescono a creare grossi pericoli alla difesa spagnola. Al 21′ è Iniesta che tenta il tiro a giro ma trova l’opposizione di Buffon che respinge con i pugni. Al 28′ grandissima palla gol per l’Italia con Osvaldo che, servito da Marchisio con un tacco, riesce a liberarsi al limite dell’area e conclude sfiorando l’incrocio de pali alla destra di Casillas.
Nel secondo tempo ci si aspetta un’Italia più intraprendete, capace di sfruttare la velocità di Cerci e la qualità dei quattro centrocampisti. Importante l’esordio di Paletta, che fin qui non ha sbagliato praticamente nulla e ha contrastato Diego Costa con grande personalità. Importanti saranno gli inserimenti di Pirlo e degli attaccanti che daranno sostegno all’unica punta, Osvaldo, che fini qui non è riuscito a rendersi molto pericoloso, contrastato e annullato dalla brillante difesa spagnola.