Tra Berlusconi ed il Partito Popolare Europeo c’è un ostacolo insormontabile: la condanna a quattro anni (di cui tre condonati), da parte del Tribunale di Milano, per la frode fiscale riconosciuta durante la compravendita dei diritti tv da parte del gruppo Mediaset. Il 6 e 7 marzo, dunque, Berlusconi non potrà partecipare al congresso del Partito Popolare europeo, programmato a Dublino.
Con la condanna, infatti, all’ex presidente del Consiglio è stato ritirato il passaporto e negata la possibilità di espatriare anche nei Paesi che rientrano negli accordi di Schengen. Nonostante dunque il Cavaliere vada affermando da febbraio di voler partecipare al congresso, in quanto numero due del partito, l’autorizzazione non è arrivata.
Ma i presupposti erano gli stessi anche a dicembre, quando i magistrati milanesi avevano negato a Berlusconi di recarsi sempre ad un convegno del Ppe – decisione avallata dalla Procura.
«È stata applicata la legge», spiega una fonte giudiziaria a Radiocor. La stessa fonte specifica che il divieto di oltrepassare i confini nazionali viene applicato in tutti i casi simili a quello di Berlusconi.
Di tutt’altro parere sono i sostenitori del leader di Forza Italia, tra cui spicca in prima linea Daniela Santanchè: «Vergognosa la decisione del tribunale di Milano. Dovrebbero spiegarci quali motivazioni inducono a negare il permesso al leader del maggiore partito di centrodestra di recarsi a Dublino» dichiara in una nota. «La mia è molto chiara: che certi magistrati continuano a fare politica, calpestando l’ordinamento. Dobbiamo reagire, anche per salvaguardare la tripartizione dei poteri, prevista dalla nostra Costituzione».
Rincara la dose Licia Ronzulli, sempre di Forza Italia: «Il vero obiettivo è cercare di impedire al leader di Forza Italia e del centrodestra di poter continuare a fare politica. Evidentemente a qualcuno non è bastato estromettere illegittimamente Berlusconi dal Senato, ma vogliono estrometterlo del tutto dalla vita pubblica di questo Paese».
«Il no dei giudici di Milano alla partecipazione di Berlusconi al congresso del Ppe a Dublino si atteggia come una violazione costituzionale del diritto di rappresentanza di milioni di italiani» continua Gianfranco Rotondi. «È tempo che Forza Italia invece di sfornare comunicati produca una appropriata iniziativa legale». Interviene anche Laura Comi, europarlamentare di FI: «Ancora una volta, il Presidente Berlusconi è arginato nella sua libertà, personale e politica, da quella che in Italia è da alcuni concepita come giustizia».