Pistorius, al via il processo per la morte di Reeva: “Sono innocente”

Mi dichiaro «non colpevole». Così inizia un processo seguito da tutto il mondo: in diretta televisiva va in onda il processo a Oscar Pistorius. Processo che sicuramente sarà tortuoso visto che l’accusa ha prodotto proprio oggi una testimonianza piuttosto importante. La notte in cui Reeva Steenkamp, fidanzata di Pistorius, è stata freddata da quattro colpi di arma da fuoco, una vicina di casa afferma di aver sentito urla raggelanti.

Scordatevi l’immagine della vicina di casa anziana, pettegola e insonne. Michelle Burger, così si chiama, è infatti docente alla facoltà di economia dell’università di Pretoria, e il suo racconto appare credibile: le due abitazioni distano poco piú di 170 metri e Michelle è stata ferma nel riportare di aver distinto, verso le tre di notte, due voci ovvero una femminile che aveva un tono agghiacciante, il tono di una persona che teme per la sua incolumità e una maschile. Certo, la signora non ha sentito il rumore della porta in frantumi che Pistorius ha distrutto per raggiungere l’ormai cadavere della ragazza. Ma erano pur sempre le tre del mattino.

E la signora Burger che, dopo aver fatto chiamare la security del residence dal marito, si è riaddormentata senza sentire altri rumori, è solo la prima dei 107 testimoni che sfileranno in quello che si prevede un lungo processo, indiziario visto che non ci sono testimoni diretti. Pistorius ha confessato di aver ucciso Reeva, ma solo per errore: convinto che la fidanzata fosse accanto a lui, ha scambiato i rumori che provenivano dal bagno come sospetti e ha sparato. Un punto su cui l’accusa ha giocato nella testimonianza della signora Burger sta proprio qui, negli spari: «Fra il primo sparo e il secondo c’è stata una pausa più lunga che fra il secondo e il terzo e il quarto». La difesa ha torchiato la teste e continuerà a farlo anche oggi, ma le obiezioni sollevate sembrano davvero stridere con la realtà dei fatti: «Lei sa che quando Oscar è emozionato la sua voce acuta può essere confusa per una voce femminile?».

Ovviamente è presto per fare bilanci e pronostici, ma è palese che per ora l’accusa segue una linea molto ferma e se questa è solo la prima testimonianza le cose non si mettono bene per Pistorius che rischia fino a 25 anni di carcere, senza sconti. Quello che l’accusa agguerritamente tenderà a dimostrare, oltre al fatto che l’uccisione è avvenuta dopo un litigio, è la premeditazione. Ricordiamo tutti le prime notizie che arrivarono da Pretoria: un giovane promettente, un dio che però cade in tentazione, che ha un temperamento irascibile, che aveva un rapporto ombroso con Reeva.

Era la notte di San Valentino di un anno fa. Il vortice che questo omidicio ha creato è ancora ben visibile. Giornalisti che vengono da tutto il mondo, uso tecnologico delle immagini e delle notizie. Ennesimo caso di femminicio o solo un tragico errore. La differenza è abissale, ma sembra che la madre di Reeva sia pronta al perdono a prescindere dall’esito della vicenda.

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