Il countdown dice meno tre giorni alla magica notte del Globe (ex Kodak) Theatre di Los Angeles e le quote dei bookmakers sono più che mai calde. Dopo i pronostici relativi ai migliori interpreti e alla regia, arriva quello più complicato: dal favorito 12 anni schiavo alla cenerentola del gruppo Philomena, vi diciamo la nostra sulle probabilità di vittoria di ciascuna pellicola in gara.
Ricordiamoci tuttavia che i pronostici sono fatti per essere smentiti: gli Oscar 2014 ci mostreranno un ribaltone?
12 anni schiavo (12 years a slave), di Steve McQueen
Chi non ha molto da dire sul biopic di Steve McQueen, in pole secondo i bookmakers, sostiene che la tematica ivi trattata non possa essere – per la sua natura così politically correct – oggetto di critiche. Nulla di più sbagliato: 12 anni schiavo è, sotto tutti i punti di vista, cinema di alto livello. Favorito, a prescindere dallo pseudo-anticonformismo che lo contrasta.
American Hustle, di David O. Russell
Il film più glamour tra quelli in gara, e forse quello con meno da dire. Russell è il Re Mida delle ultime edizioni degli Oscar, ed è il concorrente più forte di Cuaròn per la miglior regia. Se la Lawrence ha mezza statuetta in tasca, American Hustle non pare averne nemmeno un quarto.
Gravity, di Alfonso Cuaròn
Dopo il trionfo ai BAFTA, le quotazioni del gioiello visivo di Alfonso Cuaròn per l’Oscar 2014 sono salite in maniera decisa.
La sensazione adesso è che oltre ai premi tecnici e quello per la regia, Gravity possa puntare al bersaglio grosso, peraltro senza fare tanto scalpore.
Lei (Her), di Spike Jonze
Possono Joaquin Phoenix e la voce di Scarlett Johansson convincere la giuria dell’Academy? Noi ce lo auguriamo.
Perchè la triste storia d’amore ideata e firmata da Spike Jonze, che riflette sulla disintegrazione della società (e dell’umanità), è forse l’opera più completa tra quelle proposte. Al momento, tuttavia, Lei non arriva oltre il ruolo di outsider.
The Wolf of Wall Street, di Martin Scorsese
Sua Maestà Martin Scorsese arriva alla notte del Dolby Theatre con niente da perdere: il suo film più chiassoso e divertente non sembra avere molte possibilità per tenere testa a 12 anni schiavo, complice anche l’uscita tarda negli USA (dicembre 2013). Sfidante di lusso.
Dallas Buyers Club, di Jean-Marc Vallèe
Eccolo a nostro giudizio il vero antagonista, insieme a Gravity, del film di Stave McQueen. Redenzione, sofferenza e uno scottante tema sociale: la storia di Ron Woodroof, guidata dai lanciatissimi McConaughey e Jared Leto, ha tutte le carte in regola per essere la sorpresa della notte di L.A..
Captain Phillips, di Paul Greengrass
L’autobiografia del capitano Richard Phillips, messa in scena con tanta classe dallo specialista Greengrass, si trova nel gruppetto delle opere con meno chance di vittoria. Nonostante la qualità tecnica della pellicola e le due straordinarie prove di Tom Hanks e Barkhad Abdi (candidato come non protagonista).
Nebraska, di Alexander Payne
Accostato a Una storia vera di Lynch ma anche allo Schmidt dello stesso Payne, la struggente favola firmata dal regista statunitense è praticamente tagliata fuori dalla lotta. Stesso discorso per il comunque magnifico Bruce Dern in quella per il miglior attore protagonista.
Philomena, di Stephen Frears
La deliziosa commedia dolce-amara dell’ottimo Stephen Frears è nella shortlist per il miglior film solo per far numero. Dimostra comunque l’alta qualità complessiva delle opere in concorso quest’anno, cosa che non si può certo dire a proposito di tutte le edizioni degli Oscar.
Questo dunque il sunto del nostro pronostico: