Venezuela, studente denuncia di essere stato violentato con un fucile

Uno studente venuezelano di 21 anni ha denunciato ieri di aver subito abusi sessuali dopo essere stato fermato durante la protesta antichavista. La protesta in Venezuela, infatti, non si ferma. In migliaia sono per le strade a manifestare contro Maduro e notizie sconcertanti iniziano ad arrivare dal Paese sudamericano.

Dopo la morte della giovane Miss Turismo, Genesis Carbona, per un colpo di arma da fuoco, un’altra notizia di cronaca apre gli occhi sulla violenza contro i manifestanti nel Paese.
L’accusa arriva all’indirizzo della Guardia nazionale bolivariana (Gnb). Juan Manuel Carrasco, il giovane abusato con un fucile, parla chiaramente in una intervista al giornale El Universal. «Le perizie mediche hanno poi confermato ematomi e lacerazioni», precisa il ragazzo, contestando le parole della procuratrice Luisa Ortega Dìaz, che aveva negato che allo studente fosse «stato introdotto un fucile nell’ano». «Non sarò più né un uomo, né un eroe se si negherà che sono stato stuprato», ha dichiarato Carrasco.

Anche Papa Francesco ha fatto appello che le violenze in Venezuela finiscano e si possa tornare ad una riconciliazione nazionale. «Auspico vivamente che cessino quanto prima le violenze e le ostilità e che tutto il popolo venezuelano, a partire dai responsabili politici e istituzionali, si adoperi per favorire la riconciliazione, attraverso il perdono reciproco e un dialogo sincero, rispettoso della verità e della giustizia, capace di affrontare temi concreti per il bene comune. Mentre assicuro la mia costante preghiera, in particolare per quanti hanno perso la vita negli scontri e per le loro famiglie, invito tutti i credenti ad elevare suppliche a Dio, per la materna intercessione di Nostra Signora di Coromoto, affinché il Paese ritrovi prontamente pace e concordia», ha detto il pontefice a conclusione dell’udienza generale in piazza San Pietro.
Un richiamo particolarmente intenso quello del Papa, che generalmente non interviene nelle questioni del suo continente di origine per tenere fede al suo compito di “pastore universale”. Ma lo scorso giugno Papa Francesco aveva ricevuto proprio il presidente venezuelano Maduro, con cui aveva parlato del ruolo fondamentale della Chiesa cattolica nel Paese, mentre a novembre era stato il capo dell’opposizione in Venezuela, Capriles, a chiedere l’intercessione del Papa in favore del dialogo politico, di fronte alle «minacce del regime del presidente Maduro».

E anche la Conferenza episcopale venezuelana è intervenuta sulla grave emergenza nel Paese.
In un comunicato, riportato dall’Osservatore Romano, i vescovi hanno denunciato «l’uso della forza in alcune manifestazioni da parte delle forze della sicurezza dello Stato», segnalando al tempo stesso anche la presenza «di gruppi armati, che non sono né polizia né militari, che hanno attaccato la popolazione».
“La violenza non c’entra con la protesta” il titolo del comunicato che invita ad evitare che le manifestazioni degenerino in violenza, denunciando il comportamento delle forze di sicurezza, che anche secondo l’episcopato sono andate oltre i limiti legali «producendo conseguenze deleterie, a volte irreparabili».

Anche l’arcivescovo di Caracas, Jorge Liberato Urosa Savino, ha esortato il capo del Governo, Nicolás Maduro, a riconoscere i gravi problemi del Paese, ormai innegabili vista l’ondata di proteste che ha provocato morti e feriti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano vaticano, il cardinale Urosa Savino ha anche sottolineato che «Il dialogo sarebbe un grande passo, ma poi è necessario riconoscere che ci sono molti problemi seri da risolvere nel Paese e la soluzione è nelle mani del Governo nazionale. La responsabilità più grande è di chi ha più potere, quindi è del Governo, che dovrà prendere iniziative». L’arcivescovo ha poi ricordato che il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione e che le manifestazioni devono essere pacifiche, per questo, quando si vuole intervenire per fermarle, «lo si deve fare senza eccessi».

Il caso del giovane abusato non resta comunque isolato in Venezuela. Nelle proteste di piazza, infatti, si sono registrate almeno otto vittime, secondo un bilancio ufficiale, che parla anche di 137 feriti. A fornire le cifre è stata proprio il responsabile della Procura nazionale, Luisa Ortega Diaz.

[Credits foto: diarodecaracas.com]

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