Renzi, incassata la fiducia alla Camera

Matteo Renzi, all’indomani della maratona parlamentare che lo ha visto uscire con la fiducia da Palazzo Madama quasi all’1 di notte, si è alzato presto stamattina e ha inaugurato la giornata con il consueto tweet in cui ha affermato ” Si inizia a lavorare sul serio “.

Dialogo con la società civile e accellerazione sulle riforme, i due cardini su cui Renzi batte da giorni. Il progetto dell’ex Sindaco di Firenze è quello di iniziare subito con l’attuazione del programma, e già da domani incontrare a Treviso sindaci, lavoratori e imprenditori, per discutere delle idee dell’esecutivo sul lavoro e l’abbassamento dell’Irap per le aziende. Occasione per incontrare anche una delegazione di professori, e confrontarsi sulle riforme della scuola su cui ha basato un’importante parte del suo discorso programmatico alle Camere.

Percorso più agevole stamattina rispetto a quello di ieri, e dichiarazione di intenti da parte dei gruppi presenti in aula che rispecchiano quelle del Senato, compresi duri attacchi da parte dei deputati del M5S più volte richiamati dalla Boldrini; tensione ovviamente minore vista la maggioranza Pd alla Camera e nessun rischio di sgambetto per l’esecutivo. Ma se i numeri per ottenere la fiducia questa mattina erano scontati, i problemi per Renzi non sono mancati proprio a partire dal Partito Democratico, con uno Stefano Fassina durissimo, che ha votato la fiducia ma non ha dato carta bianca al nuovo governo, mostrandosi poco fiducioso e molto critico nei confronti dell’operato del suo Segretario.

Altri motivi di preoccupazione derivano dalla crescente richiesta dei partiti minori di una poltrona da viceministro o sottosegretario, nomine che dovrebbero essere fatte al più presto, già nella giornata di domani o al massimo giovedì. Il timore di Renzi è quello di non riuscire a accontentare Ncd, Popolari e Scelta Civica, vitali per la tenuta del governo; al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Del Rio affidato un delicatissimo lavoro diplomatico per riempire i tasselli mancanti nel puzzle dell’esecutivo.

Alla fine Renzi incassa la fiducia con 378 voti a favore; una maggioranza ampia ma meno solida di quello che potrebbe sembrare dai numeri.

[Credits foto: corriere.it]

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