Il derby della Mole va ai bianconeri di Antonio Conte grazie al goal messo a segno dall’argentino Tevez in una gara equilibrata. La festa juventina è però subito rovinata dalla stupidità di alcuni dei suoi tifosi che durante la gara hanno esposto sugli spalti dello Juventus Stadium striscioni a dir poco vergognosi nei confronti dei Granata, con un chiaro riferimento alla strage di Superga, quando, il 4 maggio del 1949, 31 persone tra cui l’intera squadra del “Grande Toro”, di ritorno da Lisbona dopo aver disputato un’incontro amichevole con il Benfica, persero la vita a seguito di un disastroso schianto aereo conto la Basilica della città.
“Quando volo penso al Toro” e “Solo uno schianto”, con tanto di immagine di un aeroplano che si schianta contro una montagna, sono gli irriverenti slogan emblema dell’ignoranza per fortuna isolata di alcuni esponenti del tifo juventino apparsi sugli spalti del primo e secondo anello dello Stadium durante la sfida con i Granata. I bianconeri si dimostrano recidivi infatti non si tratta nemmeno della prima volta che i tifosi si rendono protagonisti in negativo del derby: durante lo scontro diretto con i Granata dello scorso campionato sugli spalti della curva juventina era apparsa la scritta: “Noi di Torino orgoglio e vanto, voi solo uno schianto” sempre in riferimento alla tragedia del 1949.
Il gesto era stato da subito condannato anche dal presidente della Juventus Andrea Agnelli che aveva espresso il suo rammarico per quanto occorso con queste parole: “Le tragedie non hanno bandiere e troppo spesso nei nostri stadi vengono esposti striscioni con insulti gratuiti assolutamente da condannare. Mi dispiace vedere certe cose, perché penso che la superiorità del tifo non si manifesta ricordando le tragedie altrui” . In quell’occasione il club bianconero era stato punito dal Giudice sportivo con un’ammenda di 10mila euro, ma il ripetersi di un fatto così grave potrebbe oggi costare ancora più caro ai tifosi ed alla squadra juventina, con chiusura di una parte della curva oltre al danno economico e di immagine.
