Era il 1960 quando Alberto Manzi entrò nelle case degli italiani dicendo: “Cari amici sarò il vostro maestro”; per più di otto il Maestro condusse la famosa trasmissione “Non è mai troppo tardi”, per la Rai e per il Ministero dell’Istruzione, insegnando a leggere e a scrivere a milioni di analfabeti che lo seguivano. La trasmissione, successivamente imitata in ben 72 paesi, nel 1965 ricevette un premio dall’Onu come uno dei migliori programmi televisivi per la lotta contro l’analfabetismo.
Prima di diventare un noto volto della televisione, un poco più che ventenne Manzi era stato maestro per anni in un carcere minorile dedicandosi ad una novantina di giovani con situazioni pesanti alle spalle che non volevano saperne di studiare, ma con risultati straordinari e offrendo loro un’opportunità unica di crescita e cambiamento.
Con il suo modo di fare gentile e naturale Alberti Manzi, durante i difficili anni post-guerra, portò avanti un lavoro fondamentale per unire culturalmente l’Italia, seguendo il modello dell’insegnamento di Kant: “Il maestro non può insegnare pensieri, ma deve insegnare a pensare”.
E’ proprio dalla trasmissione “Non è mai troppo tardi” che prende il nome la fiction dedicata alla straordinaria vita di Manzi, che andrà in onda su Rai 1 in prima serata domani e martedì, scritta da Monica Zapelli e Claudio Fava, con la regia di Giacomo Campiotti; il complesso ruolo del protagonista è affidato a Claudio Santamaria, che ha dichiarato: “Celebrare questo personaggio in tv significa far riflettere sulla scuola, su come vengono formate le generazioni future. Credo che Manzi sia ancora oggi 50 anni avanti. Lo ritengo una specie di supereroe”.
Un eroe che ha puntato tutto sulla sua formazione mettendola al servizio degli altri, vincendo in questo modo grandi battaglie sociali proprio grazie alla cultura.
Accanto all’attore, che dimostra grande maturità artistica nella sua interpretazione, Nicole Grimaudo nel ruolo della moglie, che riesce benissimo nell’impresa di rievocare la dolcezza del personaggio da lei portato in scena.
Durante la seconda puntata del Festival di Sanremo un commosso Santamaria rende omaggio al Maestro leggendo la lettera piena di speranza che dedicò ai suoi alunni di quinta, elevando la forza della cultura, della curiosità, dell’onestà e dell’amore contro ogni sopruso.