E’ vero, il suo tributo a Fabrizio De Andrè non ha convinto proprio tutti. Un pò per la canzone in dialetto, che temporaneamente gli ha tolto l’appeal di rockstar, e un pò perchè buona parte del pubblico non ha mai digerito l’idea di vedere Luciano Ligabue sul palcoscenico del Festival di Sanremo.
Perché chi lo segue da sempre sa bene come Liga la pensa, o meglio la pensava, a riguardo.
Ogni anno Sanremo ha spedito messaggi in bottiglie con direzione Correggio, e puntualmente queste ultime venivano rispedite al mittente senza troppi giri di parole.
Che qualcosa sia cambiato in Luciano è palese, il pubblico che lo segue dai tempi di ‘Bambolina – Barracuda‘ se ne è accorto subito. Certo vederlo pettinato alla moda, quando per 20 anni ha sfoggiato una immagine di chi la spazzola non sa nemmeno cosa sia, può smarrire parecchio. Per non parlare degli abiti Armani in luogo di T-shirt anonime e stropicciate. Il pubblico sente la nostalgia di quegli stivali con la punta demodè e si chiede cosa abbia fatto Fabio Fazio per convincerlo a salire sul palcoscenico sanremese due volte in una sola settimana. Perché il Liga, oltre ad avere aperto la manifestazione con la canzone tributo a De Andrè, ha accettato di partecipare alla finale in qualità di ospite, deliziando l’Ariston con diversi brani del suo repertorio.
A fare da apertura alla sua performance è stata trasmessa una emozionante clip con i momenti più belli della straordinaria carriera di Ligabue, dai tempi di ‘Balliamo sul mondo‘ fino alle suggestive immagini degli ultimi tour; il tutto accompagnato dalle note dell’ultimo singolo ‘Tu sei lei‘ come sottofondo.
A seguire un intensissimo meedley aperto con ‘Certe Notti’ e ‘Il giorno di dolore che uno ha‘, seguite poi da ‘Il sale della terra‘ e ‘Per sempre‘, tratte dall’ultimo album ‘Mondovisione‘.
E’vero, i capelli questa volta erano in ordine impeccabile, così come la shirt nera perfettamente stirata sotto il giubbino di pelle. Ligabue avrà pure cambiato immagine, scelte musicali e strategie commerciali, ma non perde l’energia di sempre e la voglia di parlare delle cose che non vanno in questo paese.
Certo, forse i più fedeli preferivano il Luciano di ‘Buonanotte all’Italia‘ ma, come disse de Lavoisier, ‘Tutto si trasforma‘.