Breve ma intenso l’intervento sul palco del Festival di Sanremo dell’astronauta siciliano Luca Parmitano, un ragazzo 37enne che ha avuto la grandissima (nonché bellissima) possibilità di vivere per sei mesi nello spazio. All’Ariston le battute scambiate con Fabio Fazio incantano il pubblico, senza dubbio composto principalmente di individui che hanno sempre sognato, un giorno, di guardare dall’alto il nostro pianeta.
“Fin da bambino la mia attrazione per lo spazio è stata irreversibile”, così Parmitano incomincia il suo discorso, dopo aver visto numerose immagini da lui scattate e postate sui social network più celebri: “Vedere la Terra da così in alto è qualcosa di indescrivibile. Non esistono parole che possano esprimere le sensazioni provate lassù“. Fazio sembra davvero colpito dalle parole dell’ospite e dalle straordinarie esperienze da questi narrate, poi fa riferimento alla base spaziale costruita prevalentemente da italiani. Parmitano ne fa riferimento così: “La base ha più o meno il volume di un Boeing 747 e per il 40% è stata costruita da italiani. Dobbiamo esserne orgogliosi, poiché nessun altro paese ha avuto questo onore”.
“Stando lontano dalla Terra, non mi sono mai sentito così vicino ad essa”, Parmitano prosegue il suo discorso ricordando che il nostro pianeta è l’unico che ospita la vita, e tornando dal suo viaggio ha riscoperto l’amore per la propria culla. Egli, successivamente, racconta l’episodio in cui è riuscito a chiamare la madre nel momento stesso in cui si trovava sopra la Sicilia, luogo d’origine della famiglia.
La chiusura è ad effetto, come volevasi dimostrare. Parmitano viene invitato a leggere una sua riflessione che tocchi anche il tema centrale del Festival di Sanremo 2014, quello della bellezza. Il messaggio comincia con una citazione del poeta romantico John Keats: “Una cosa bella è una gioia per sempre”. Questo per affermare che la bellezza non è solo visiva, ma riguarda sensazioni primordiali: l’assoluto silenzio dello spazio è riconducibile a tutto ciò che accade nella quotidianità, come il canto di una donna per far prender sonno al figlio.