Luca Zingaretti è l’ospite della serata del venerdì, dedicata al Club Tenco, a cui viene affidata la riflessione sulla bellezza.
Il monologo è nel segno del ricordo di Peppino Impastato, originario di Cinisi, un paesino di Palermo. Il giovane, fondatore di Radio Aut, nonostante fosse di stretta parentela con Guido Badalamenti che era uno dei maggiori boss della zona, ha combattuto con coraggio la mafia.
Il suo coraggio non è stato ben voluto, era una voce scomoda perché svegliava le coscienze. Nel 1978 la mafia lo uccise, lasciando a Cinisi e nell’intera Sicilia il suo messaggio di pace e di ribellione contro tutti i tipi di sovversione. “Agli assassini di Peppino non resta nulla”,dice Zingaretti, “dopo la morte non possono portarsi nessuno dei suoi beni. Il potere è buono solo se porta bellezza”.
Peppino Impastato diceva questo, della bellezza: “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.