Manca poco al nuovo governo: già entro sabato ogni riserva potrebbe essere sciolta.
Dopo un giorno e mezzo di consultazioni e l’incontro di ieri sera al Quirinale con il Presidente Napolitano, il premier incaricato Matteo Renzi si dice ottimista: «Sono decisamente convinto che ci siano le condizioni per fare un ottimo lavoro» afferma infatti.
Ieri è stato il turno di Forza Italia, del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle. Berlusconi ha mostrato di gradire sempre di più l’avversario politico, probabilmente consapevole di quanto ciò non giovi all’immagine che la sinistra ha di Renzi e, forse, proprio per questo ancora più soddisfatto. Il leader di FI ha garantito l’appoggio del suo partito alle riforme istituzionali, fiscali, della giustizia e sociali, per le quali ha assicurato «assoluta disponibilità a lavorare insieme». Si è parlato anche di una nuova legge sulla par condicio, che assicurerebbe ad ogni gruppo parlamentare uno spazio in radio e in televisione distribuito in proporzione alla propria grandezza
Ma il tema più a cuore al Cavaliere è stato soprattutto l’Italicum, alla cui gestazione ha partecipato da protagonista: «C’è un’esigenza immediata e assoluta di avere una sola Camera che approvi i disegni di legge entro 120 giorni, possibilmente ridotta nel numero di componenti». Berlusconi aspira infatti a maggiori poteri nelle mani del presidente del Consiglio.
Il clima è stato abbastanza disteso anche quando Renzi ha accolto i colleghi di partito: «Abbiamo espresso al presidente incaricato la condivisione dei gruppi parlamentari rispetto alla sfida che si profila: la sfida di affermare un governo di svolta, un esecutivo che riesca in maniera molto incisiva a dare risposte alle grandi questioni riguardanti gli italiani. A partire dalla questione del lavoro, dello sviluppo e della crescita» dichiara il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza.
Senza dubbio però la star della giornata è stato, come al solito, Beppe Grillo. Già titubante sul presentarsi o meno alle consultazioni con “Renzie”, il fondatore del M5S si era infine risolto con il chiedere consiglio al web. Il verdetto dei suoi elettori, dopo una sfida decisamente combattuta, è stato di 20.843 voti favorevoli e 20.397 contrari: seppure di un soffio, il popolo del web aveva dunque chiesto al suo leader di rappresentarli.
A telecamere accese Grillo è andato davvero da Renzi, ma non per discutere: «Non sono venuto qui per parlare di programmi». In quindici minuti di consultazione, infatti, il comico genovese ha finito per riversare tutto il disprezzo che il suo MoVimento porta avanti nei confronti della politica addosso ad un Renzi che – a metà tra il saggiamente e l’astutamente – ha finito per lasciarlo parlare.
Scelta saggia o astuta perché, nel bene o nel male, in questo modo il match si è concluso con una vittoria per il segretario democratico e già all’interno del MoVimento i senatori Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana hanno segnalato con una nota «le proprie perplessità sul modo in cui Beppe Grillo ha inteso approcciare il colloquio di oggi col presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi».
Per quanto riguarda i cittadini a Cinque Stelle, i pareri discordanti si sprecano. Basta fare un giro sul blog di Grillo, dove gli incoraggiamenti degli entusiasti a malapena recuperano il numero dei post più delusi: «Beppe, lascia fare a Di Maio la prossima volta. Con sincerità, ti dico che abbiamo fatto una pessima figura, ed è colpa tua. Abbiamo fatto la figura di quelli che non hanno idee».
L’impressione è che Grillo non abbia fatto altro che deludere parecchi militanti; dopotutto, una volta chiesto al proprio leader di presentarsi alle consultazioni con un premier incaricato, era presumibile che il desiderio fosse quello di raggiungere un accordo.
[Credits foto: ANSA/GIUSEPPE LAMI]