Nel monologo di Sanremo 2014, Luciana Littizzetto spiega il tema del festival di quest’anno, la bellezza.
Non ne ha per nessuno, Lucianina: uomini, donne, rifatte e al naturale. Ma il clou lo raggiunge quando, tornando seria dopo tante, troppe battute, spiega cos’è la bellezza.
Ognuno è bello a modo suo. La bellezza è altro. La cosa bella è che siamo tutti diversi, a volte drammaticamente o esageratamente. L’essere uguali è il nazismo che ammazza i deboli e i diversi.
Sai chi è bellissima? Gillian, la modella che sta sulla sedia a rotelle.
Un figo è Alex Zanardi, che se cammina scalzo non si prende il raffreddore. [ride]
Lucia Annibali, che è ripartita dopo che è stata sfregiata con l’acido dal fidanzato.
La bellezza è Seb, un bambino down di cinque anni che fa il modello. Sono persone che hanno diritto di vedersi rappresentati anche da noi. In Italia, se un ministro ha la pelle scura le tirano le banane. Quanto ci vorrà per vedere un bambino down nella pubblicità, che ne so, della Nutella? Barilla, un bambino down nella famiglia tradizionale, quando glielo metti?
I genitori si difendono, davanti all’handicap, dicendo che i bambini sono troppo piccoli per capirlo, La verità è che più sono piccoli, più è facile non far caso al diverso.
Per fare la televisione non ci vogliono due braccia. Le tette grandi rientrano nella bellezza, un braccio invece di due no. Quando arriva una al grande fratello che ha due boiler al posto delle tette, tutto ok, ma se c’è una donna con un braccio solo non si sa cosa dire.
Mamma, spiegagli perché ha un braccio solo, perché ha la sedie a rotelle. Altrimenti, se gli facciamo credere la vita come un cartone animato, non stupiamoci se quando da grande vede un ubriaco, gli dà fuoco. I fiammiferi glieli abbiamo dati noi.
Dopo il monologo di Luciana Littizzetto, il sipario si apre e si vede Dergin Tokmak, un artista disabile, volteggiare sulle sue stampelle, come se volasse.
La bellezza è lì, sotto i gli occhi attoniti del pubblico dell’Ariston.