Lega Pro, il dg Ghirelli traccia il futuro

La Lega Pro vive un momento di transito decisivo tra il vecchio e il nuovo corso: tra chi auspica la linea verde, chi demonizza il torneo privo di retrocessioni in Prima Divisione e chi insegue un modello “europeo”, si inserisce la voce di Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, che noi di Bloglive abbiamo intervistato per un bilancio:

Ghirelli, che risposta dà Come alle critiche di coloro che asseriscono che, lavorando con i giovani, la Lega veda abbassarsi il tasso tecnico e quello di spettacolarità?

Quest’anno nella campagna trasferimenti c’è stato un movimento di 121 giovani che sono passati alle categorie superiori. Negli anni scorsi ricordiamo trasferimenti come quello di Insigne, di Sau, di Sportiello, dai club di Lega Pro a quelli di serie A. Il grado di spettacolarità c’è, c’è una competizione abbastanza forte. Qui c’è un problema più in generale, che riguarda la valorizzazione dei vivai. Il lavoro che stiamo facendo è sulle strutture, per dare gran parte dei fondi a coloro che costruiscono strutture per i vivai, per chi fa allenare i ragazzi da allenatori. Certo, i risultati non si vedono in tempo brevissimo, però bisogna mettere le basi, le stiamo mettendo da molti anni. Non è vero che con i giovani si perde competitività e si abbassa il tasso tecnico, basti vedere quanto agonismo c’è ancora nei campionati.

Che tipo di bilancio è quello della Lega Pro fino a questo momento? C’è chi afferma che i campionati siano falsati dalla mancanza di retrocessioni.

Il nostro bilancio è positivo, i campionati sono molto competitivi, la formula che abbiamo messo in pratica sta funzionando e sta affascinando il pubblico. È una formula importata da altri sport, da altre nazioni, che appassiona e permette a molte squadre di lottare per un obiettivo. Certo, qualcuno può pensare che sia un campionato falsato, siamo in un paese democratico. Ma quello che vedo io è che c’è tanta competitività.

Nel complesso, la regola dell’età media ha aiutato o ha osteggiato le società?

Ogni campionato deve avere una sua mission, e la nostra mission deve essere quella di fare un campionato di giovani, legato fortemente al territorio. Non siamo l’elite del calcio italiano, non siamo la serie A, quello è un altro campionato. Secondo un’inchiesta della Fifa uscita da poco, nei cinque campionati “top” d’Europa vincono le squadre che schierano più giovani tra i 22 e i 26 anni, esattamente nell’arco d’età con cui vorremmo lavorare noi. Così, i ragazzi diventano campioni nel proprio campionato e anche a livello europeo. Il secondo dato è un qualcosa di semplicissimo: se noi non lavoriamo sui giovani, molte società rischiano di saltare. Noi dobbiamo essere il vivaio delle nazionali, dobbiamo essere il vivaio delle squadre che giocano sopra di noi, dobbiamo riscoprire con forza la qualità dei giovani. E non si abbassa il livello tecnico, il problema è lavorare sulla qualità.

Se ne è parlato tanto: lei è favorevole o contrario all’ingresso delle squadre “Primavera” in Lega Pro?

Noi siamo il calcio della storia dei comuni d’Italia. È una Lega particolare. Se noi mettessimo le squadre Roma B, Lazio B, romperemmo e tradiremmo quella che è l’unicità di questo campionato e di questa lega. Non c’è una lega di così forte identità negli altri campionati europei, semplicemente perché l’Italia è costituita da una rete di comuni. Immettere le squadre “Primavera” comporterebbe la fine di questa lega. Dobbiamo essere fortemente legati al territorio, al comune, al gonfalone, altrimenti non si spiega perché regga una Lega di terza divisione.

Guardando all’anno prossimo, teme che la riforma possa essere inficiata dal particolare momento economico che l’Italia sta attraversando? Diverse squadre non sanno quale sarà il proprio futuro.

Che ci sia una difficoltà economica e finanziaria, nel mondo e in Italia non dobbiamo certo dirlo noi. C’è sofferenza, le aziende non fanno profitti e non riescono ad arrivare nel calcio profitti che non ci sono. Però guardiamo ad alcuni indicatori: fino a due anni fa avevamo 110-120 punti di penalizzazione per problemi di ordine economico-finanziario; l’anno scorso siamo scesi a 33, quest’anno si contano sulle dita di una mano, finora. Questo vuol dire che questo processo di riforma funziona, siamo l’unica Lega che sta facendo una riforma in tal senso, l’unica Lega che ha stabilito delle regole molto più rigorose per quel che riguarda i pagamenti e gli ingaggi. Dati alla mano, tutto questo sembra che produca degli effetti. Poi, logicamente la crisi peserà e pesa tuttora, non è facile da superare.

State lavorando anche per ridurre i costi di gestione (iscrizione e fidejussione), per avvicinarvi ulteriormente alle necessità delle società?
I costi di gestione della nostra Lega sono bassi, finora non ho sentito critiche da questo punto di vista. Per quel che riguarda le fidejussioni stiamo lavorando tenendo conto dei problemi che ci sono. Il fatto di avere introdotto il budget è una linea che punta nel medio periodo ad eliminare le fidejussioni, a dare una struttura imprenditoriale all’impresa per evitare le fidejussioni.

A tre mesi dalla fine delle ostilità, per Ghirelli quali sono le squadre favorite per andare in serie B?
È sotto gli occhi di tutti quanto è aperto e combattuto il campionato. Fino a 3-4 domeniche fa, nel girone B avremmo detto sicuramente il Perugia. Adesso il Frosinone ha ripreso, ma ci sono tante concorrenti, come lo stesso Lecce che è in ripresa. Nel girone A, ci sono Pro Vercelli e Cremonese.

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