Un “passato” di classe quello rispolverato da Fabio Fazio. Dalla presenza di Raffaella Carrà in apertura, alle esibizioni delle gemelle Kessler, Franca Valeri e Claudio Baglioni della seconda serata; dal ricordo di Alberto Manzi omaggiato da Claudio Santamaria, all’atteso omaggio di Gino Paoli a Luigi Tenco nella serata di venerdì 21 febbraio, le “ospitate” di Sanremo 2014 hanno un fil rouge che le lega: la nostalgia verso il passato della musica e della televisione italiana.
Scelta apprezzabile quella di Fazio, che nell’era della TV bersagliata per la presunta “perdita di valori” indotta al pubblico, recupera il “vecchio” per valorizzarlo nel “nuovo”. Era nota l’intenzione di dedicare la puntata di venerdì ai grandi cantautori della tradizione musicale italiana, ma di “tradizione” si respira il profumo anche nelle altre serate. A partire da martedì 18 febbraio, con l’esibizione di una Carrà spumeggiante che ha interpretato i brani del suo ultimo CD dance con l’immutata energia di un tempo, sollevando gli umori e gli ascolti in una prima serata altrimenti cupa.
Ancora, le gemelle Kessler si esibiscono con una reinterpretazione di «Quelli belli come noi», nota sigla di Canzonissima 69 che nella seconda serata del Festival di Sanremo 2014 è stata “intonata” da una terza gemella improvvisata, una Luciana Littizzetto ironica nel confronto con le ormai settantasettenni in gambissima che hanno fatto la storia del varietà della Rai negli anni ’60 e ’70.
Toccante la partecipazione di Franca Valeri, storica interprete della Sora Cecioni, oggi malata di Parkinson e tenera con la sua voce tremante mentre riprende in mano gli strumenti di scena – il tavolino e la finta telefonata – sciogliendo pubblico in sala e conduttori ad affiancarla sul palco in lacrime di nostalgia, stima e affetto.
Baglioni è un giovane tra i “vecchi”, ma la sua musica appartiene alla tradizione italiana e la sua partecipazione è un momento amarcord che il pubblico gradisce e premia con i vecchi successi condensati in venti minuti di musica di qualità che conquistano un’ovazione dal pubblico, con tanto di richiesta del “bis” per un cantante orgoglioso di non aver perso lo smalto di un tempo in una TV rinnovata e talvolta avara nei riconoscimenti.
Non sono mancati gli omaggi, come quello di Luciano Ligabue a De Andrè e quello regalato da Claudio Santamaria ad Alberto Manzi, storico conduttore di “Non è mai troppo tardi” che l’attore porterà a breve in TV in una fiction. Più che un tributo, l’esibizione di Santamaria è stata percepita come una sponsorizzazione velata per il prodotto televisivo di prossima uscita, ma un omaggio non si critica, nel rispetto di chi lo riceve.
Il momento topico nella parabola nostalgica sanremese firmata da Fazio si registrerà venerdì 21 febbraio in occasione della serata “Sanremo Club”, quando la tradizione cantautoriale italiana sarà omaggiata da grandi artisti invitati a interpretare i grandi quali Tenco, Lauzi, Bindi e De André. Il primo di questi negli ultimi giorni è stato richiamato dai media per le dichiarazioni rilasciate dalla famiglia Tenco. I familiari dell’artista scomparso si dissociano dalla manifestazione in sua memoria per l’irrisolto contrasto dei fatti storici che lascia in ombra la figura del cantante e nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa aggiungono: “si auspica che tutti gli omaggi a lui dedicati abbiano come obiettivo principale quello di raccogliere e diffondere i suoi messaggi, operando con assoluto distacco da ogni strumentalizzazione individuale per fini personali o mirati”.
Sarà Gino Paoli, tra gli altri artisti invitati alla serata di venerdì 21, a interpretare Tenco e gli altri simboli della canzone italiana, riproponendo con la sua inconfondibile voce i loro brani più celebri da “Vedrai, vedrai” di Tenco, a “Ricorderai” di Lauzi, fino a “Il Nostro Concerto” di Bindi e “Canzone d’Amore perduto” di De Andrè.
Tanto passato, quindi, ma da Fazio c’era da aspettarselo. Nessuna critica; applausi invece. Se avesse invitato Miley Cyrus l’età media si sarebbe abbassata, ma con essa anche il buongusto.