Tornerà a Sanremo il 21 febbraio. Al suo secondo “mandato” festivaliero Fabio Fazio è riuscito a riportare Gino Paoli sul palco nell’Ariston. Ci aveva provato già l’anno scorso in realtà, ma lui, il gran vecchio della canzone italiana, aveva posto una condizione: cantare per gli amici che non ci sono più. Luigi Tenco, Umberto Bindi, Fabrizio De Andrè e Bruno Lauzi. Una condizione che diventerà certezza nella serata di venerdì, quella dedicata alla canzone d’autore.
Paoli canterà dunque solo per rendere omaggio agli indimenticabili ragazzi della “scuola genovese” riproponendo i loro brani più celebri da “Vedrai, vedrai” di Tenco, a “Ricorderai” di Lauzi, fino a “Il Nostro Concerto” di Bindi e “Canzone d’Amore perduto” di De Andrè, a cui è stato riservato un emozionante ricordo da Ligabue durante la prima serata della kermesse.
L’interprete di tanti successi italiani come Sapore di sale e Senza fine, sarà accompagnato dal jazzista Danilo Rea, con cui fa ormai coppia fissa sulle scene. Con Rea “la sintonia e sincronia e’ eccezionale”. Insieme cantano come se fossero una persona sola. “Io canto come se suonassi – dichiara all’ANSA, Paoli – mentre lui suona come se cantasse”. Una magia che si ripete ogni sera ma sempre in maniera diversa. “Tanto amiamo la liberta’ quanto non ci manca la fantasia”, sorride Paoli. Non c’è emozione nelle sue parole, su quel palco che a tanti incute timore, lui si sente a suo agio come se fosse a casa sua. “Un palco vale l’altro. Cantare davanti a dieci persone o duemila è lo stesso. Il feeling con la gente e’ un ponte che getti tra te e loro”.
Un feeling che siamo certi farà vibrare l’Ariston anche venerdì sulla scia di quelle emozioni che hanno fatto la storia della nostra musica.