Il Festival di Sanremo 2014 ha preso ufficialmente il via, seppur zoppicando con l’entrata di Luciana Littizzetto che ha fatto dimenticare per qualche istante l’episodio spiacevole accaduto qualche momento prima. L’esuberante presentatrice ha fatto il suo ingresso sul palco dell’Ariston in una gonna rosa shocking, un corpetto che Lucianina ha ironicamente associato a un terrazzo sanremese e scarpe dal plateau esagerato. Decisamente troppo per la sua figura esile, che ha slanciato in seguito al cambio d’abito, sfoggiando un elegante tailleur nero.
Niente a che vedere con l’esibizione di Laetitia avvolta anche lei dalle piume dei ballerini. A differenza della Littizzetto che altro non sembrava che un fenomeno da baraccone, la Casta ha dato quasi l’impressione di esibirsi sul palco di un cabaret, altro che teatro dell’Ariston. Solo un’impressione però – forse dovuta all’aria retrò della pettinatura – perché la canzone della ‘banana’ nel siparietto condiviso con Fazio è da mandare subito nel dimenticatoio. Imbarazzante.
È sembrata a tratti fuori luogo la Casta nelle vesti di cantante e ballerina disinvolta, che in realtà non le si addicevano minimamente. La Littizzetto invece – pur nella sua figura da fenomeno da baraccone – grazie alla sua personalità ha la possibilità di non risultare mai ridicola e di poter giocare in ogni situazione, più o meno seria.
Due personalità contrastanti, come il colore degli abiti che hanno sfoggiato. Da una parte il fascino della Casta, fine a se stesso, risultato noioso e privo di contenuto. Dall’altra la simpatia della Littizzetto, promossa questa sera per la schiettezza dovuta non solo ai soliti sketches a cui ci ha abituati, ma anche perché ha dimostrato ancora una volta che non bisogna mai prendersi troppo sul serio.