Il Capitale Umano di Paolo Virzì: azione legale dalla Provincia di Lecco?

Il Cinema italiano continua a far parlare di sè, dopo il Golden Globe e il premio BAFTA a Sorrentino per La Grande Bellezza, film che comunque ha suscitato numerose polemiche tra critica e pubblico del Belpaese. Un altro successo della pellicola Made in Italy continua a far parlare di sè: stiamo parlando de “Il capitale umano” del regista Paolo Virzì.

Nuove polemiche si aggiungono a quelle già instillate dall’assessore leghista per il Turismo della Provincia di Monza: infatti è notizia di ieri che il Presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava “ha dato ordine ai propri legali di valutare la possibilità di esperire azioni legali contro le dichiarazioni rilasciate dal regista Paolo Virzì sul quotidiano La Repubblica del 6 Gennaio scorso a tutela dell’onore e del decoro della propria cittadinanza”. Queste sono le parole riportate dalle agenzie, da un Nava che con fervore aggiunge che dipingere la Brianza come un “luogo dove si creano e si distruggono patrimoni” sia “infamante nei confronti dell’imprenditoria brianzola e di tutti i singoli cittadini”.

Perciò la frase incriminante per Virzì – che è l’inizio della risposta alla domanda sul perchè avesse scelto la Brianza per il suo film – sembrerebbe la seguente : “L’ho scelta perché è vicina a Milano, dove c’è la Borsa, dove ogni giorno si creano e distruggono patrimoni…” (Cit. dall’intervista a La Repubblica del 6 Gennaio 2014). Ad un’analisi meramente superficiale la causa della creazione e distruzione dei patrimoni non è la Brianza come intende Nava, bensì la Borsa di Milano.

Stando a questo fatto, allora, anche il sindaco di New York sarebbe legittimato ad intraprendere azioni legali contro Scorsese per The Wolf Of Wall Street, dove la metropoli finanziaria emerge nel massimo del suo cinismo ( così come in molti altri film, per fare un nome Blue Jasmin di Woody Allen)?
Eppure negli USA non è successo nulla di tutto ciò.

La particolarità tutta italiana è che rappresentanti delle Istituzioni sembrano portare avanti un’inutile ed estrema difesa del proprio territorio dall’amara-metaforica realtà della condizione umana rappresentata nel film di Virzì, che come un nuovo Chaplin, ha mostrato i nostri “Tempi Moderni”. Una negazione a tutti i costi di aspetti paradossalmente banali e luoghi comuni trattati nell’arte sin dai primordi: il fatto che gli uomini commettono errori, che si fanno prendere dalla smania di possedere sempre di più. Onestamente c’è da chiedersi quale sia la scandalosa novità delle tematiche de Il Capitale Umano, tali da suscitare questo chiacchiericcio che potrebbe persino evolversi in una battaglia legale.

La risposta che viene più immediata è che ci siano personaggi in cerca di notorietà sfruttando il famoso ” purchè se ne parli”, non rendendosi conto che sarebbe un bene, per la libertà d’espressione e per la cultura tutta, che la politica restasse un ambito separato dall’arte.
Da Paolo Virzì ci si aspetta una risposta “alla Sorrentino”, magari potrebbe scegliere di non alimentare sterili polemiche, avendo già espresso in passato la sua opinione in merito.
La realtà è che Paolo Virzì con “Il capitale umano” ha preso un romanzo americano e lo ha ambientato in Italia, che forse non è pronta per accoglierlo del tutto.

[photo credits: Cendamo/Grazianeri]

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