Un 4-3 indimenticabile, ma non si parla dell’indimenticabile semifinale di calcio tra Italia e Germania ma del “Miracle on ice“, il miracolo sul ghiaccio. I due episodi sportivi si possono facilmente paragonare: Italia-Germania è diventata uno spot per il movimento calcistico. Russia-Usa, disputata a Lake Placid del 1980, rimarrà per sempre nella storia dell’hockey sul ghiaccio e delle Olimpiadi invernali.
Non è la finale, il regolamento prevedeva che si disputasse un girone finale per assegnare le medaglie. Il match si gioca il 22 febbraio 1980, i sovietici sono nettamente favoriti, hanno conquistato sei delle ultime sette medaglie d’oro nelle precedenti competizioni olimpiche e nel gruppo eliminatorio hanno spazzato via la concorrenza ralizzando 41 reti in tre partite. La nazionale a stelle e strisce, guidata da Herb Brooks, dopo aver convinto nei primi incontri sembra essere rassegnata a cedere davanti allo strapotere degli avversari. Il clima che intercorre tra i due Stati non è dei migliori, è in atto la “guerra fredda”, il presidente americano Jimmy Carter sta pensando di boicottare le prossime Olimpiadi estive che si terranno nella capitale russa. Il boicottaggio arriverà e sarà contraccambiato dai vertici russi quando i giochi si svolgeranno a Los Angeles, nel 1984.
Come detto, i sovietici sono favoriti ma in questo clima può accadere di tutto, anche l’impossibile. Il pubblico di casa spinge i suoi ragazzi a suon di cori patriottici, all’inizio il sostegno non sembra pagare: i russi si portano in vantaggio. La svolta arriva nel terzo ed ultimo periodo: gli statunitensi sono sotto per 2-3 ma grazie alle marcature di Johnson e del capitano dalle limpide origini italiane Mike Eruzione, il risultato fu ribaltato. La reazione degli avversari fu veemente, ma non portò alcuni risultati facendo sì che gli USA ponessero un mattone enorme verso la conquista dello storico oro, indimenticabile il conto alla rovescia scandito da tutti i presenti quel giorno nel palazzetto di Lake Placid.
Oggi quella partita, trentaquattro anni dopo, si giocherà dall’altra parte del mondo, in Russia precisamente a Sochi, teatro delle Olimpiadi. L’oro è alla portata dei padroni di casa ma se vorranno conquistarlo, prima dovranno cancellare dalle proprie menti il ricordo di quella indimenticabile partita: fantastica per gli americani, amara per loro.