Quale donna non si addormenta con il terrore di ritrovarsi, il giorno dopo, piccoli scherzetti del proprio corpo sul viso come brufoli, eczemi, rossori o le temutissime occhiaie? Nessuna. E se gli incubi si avverano, la corsa all’ultimo espediente per rendersi presentabili diventa la sfida della giornata.
A sollevare il gentil sesso da questo ulteriore peso è la scienza, che spiega come ogni difetto cutaneo abbia una causa e come si possa lavorare su questa, senza il bisogno di girare arcigne in cappuccio e occhiali da sole.
Si chiama lettura dei segnali del volto ed è una scienza poco nota, ma di lunga tradizione: già la medicina greca e cinese l’avevano studiata, individuando la causa di tali disturbi in “sofferenze prolungate” a cui erano soggetti specifici organi. Sembra infatti esserci una connessione tra zone del viso e organi. E questo non è tutto, una ulteriore connessione è presente tra zone facciali ed emozioni di cui si abusa.
Le neuroscienze oggi confermano questa tesi facendo riferimento a due mappe, basate su suddetti principi e utili a comprendere la causa del problema e la sua risoluzione.
La prima mappa è basata sulla connessione tra zone cutanee e organi interni e utilizzando un esempio, collegherebbe occhiaie troppo marcate, ad un problema della zona uretrale. Si potrà così tentare una maggiore idratazione, al fine di eliminare il problema.
La seconda mappa, basata sul collegamento tra parti del viso ed emozioni, riporterebbe questo stesso sintomo ad un periodo di sovraccarico o di pressione, figurando la zona delle occhiaie come area dello stress.
Ovviamente entrambe le cause potrebbero risultare ben determinate, dunque occorrerà procedere per esclusione su di esse, attraverso i rimedi ad ognuna collegati.
Un merito alla scienza, dunque, che fornisce al gentil sesso un concreto e immediato mezzo per individuare il problema e affinare la sua meticolosa predisposizione all’analisi minuziosa del proprio riflesso.