Sochi: Alessandro Pittin quarto, giornata di legno per l’Italia

Ci si ferma lì, ai piedi del podio. Per la seconda volta oggi, la Nazionale Italiana deve mangiarsi le mani.
Ad una volata, da una medaglia che sarebbe stata ancora più clamorosa di quella di Vancouver 2010: Alessandro Pittin ha sfiorato il bis, risalendo dalla venticinquesima posizione del salto sino alla quarta finale, nella prima gara olimpica di combinata nordica, e anche Lukas Runggaldier ha sfoderato una prestazione magnifica, chiudendo settimo.

Alessandro Pittin beffato: la conferma di bronzo il 24enne di Cercivento (Ud) l’ha mancata per meno di un secondo, ma è stato immenso nel recupero. Partito infatti a 1’12” dal tedesco Eric Frenzel, è stato capace di rimanere virtualmente sul podio fino alla volata per affrontare la quale era evidentemente più provato dal continuo incedere sugli sci e ha perso l’attimo giusto per precedere il norvegese Magnus Krog sul podio a 8″1 dal vincitore e con il giapponese Watabe argento a 4″2. Pitbul è rimasto di legno a 9″3 mentre ottimo 7o° è Lukas Runggaldier a 19″7, bravo anche Armin Bauer 14o° a 1’07 e 30o° Samuel Costa a 2’23. Pittin è stato il più veloce sugli sci: dopo l’handicap del salto da 113.4 punti ha disputato la prova più bella nel fondo allenato da Sepp Chenetti sorpassando tutti gli avversari meno i primi due davvero imprendibili. E’ un campione ritrovato dopo cadute imfortuni e operazioni che gli hanno rovinato il quadriennio

Allo start della parte di fondo, il leader Eric Frenzel, 103 metri dal trampolino, si fa presto raggiungere dal giapponese Akito Watabe, con il quale fa gara a due, in un elastico di distacchi rispetto agli inseguitori che comunque non mettono mai seriamente in discussione oro e argento; dietro, Alessandro Pittin e Runggaldier si fiondano presto, già nel primo giro, sul gruppo che andrà a giocarsi la medaglia di bronzo, pur spendendo tantissime energie.
A metà gara, il carnico si porta addirittura al comando del plotone, riuscendo a staccare qualche elemento pericoloso come Lamy-Chappuis e Klemetsen e a ridurre il gap dal duo di testa; se davanti Frenzel stacca Watabe negli ultimi metri, conquistando il primo oro della carriera davanti al giapponese, il friulano deve cedere in volata al norvegese Magnus Krog, medaglia di bronzo. Runggaldier è poco più indietro, settimo, preceduto solo da Moan e Rydzek; la splendida prestazione complessiva della squadra azzurra si completa col quattordicesimo posto di Armin Bauer, mentre Samuel Costa è trentesimo. Pittin ha dunque scalato 21 posizioni sugli sci stretti, Runggaldier 14 e Bauer 23.

Nel post-gara un Alessandro Pittin amareggiato dopo il quarto posto ottenuto al Russki Gorki Jumping, nonostante l’incredibile rimonta nella 10 km di fondo.
Questo il suo commento. “Non sono felice del il mio salto. Avevo avuto sensazioni migliori durante l’allenamento. Sarei potuto partire pochi secondi prima nel fondo se avessi saltato meglio, ma ho fatto del mio meglio. Non avevo grandi sci, quella Norvegia erano migliori. Certamente non pensavo di arrivare quarto dopo il salto e fino all’ultimo giro ero terzo: un peccato aver perso la medaglia”.
Sulle sue aspettative per la gara del 18 febbraio: “Quella di oggi era la mia prova ma ho intenzione di vedere come andrà”.

Il podio
1° Eric Frenzel (Germania)
2° Akito Watabe (Giappone)
3° Magnus Krog (Norvegia)

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