Dalla Siria arrivano ancora notizie confuse e preoccupanti. Le Nazioni Unite sono in allarme per la situazione poco chiara che si sta delineando a Homs dove, secondo quanto riportato dalla BBC, 300 uomini sono in attesa di essere definitivamente evacuati dalla cittadina siriana. 111 uomini sarebbero stati interrogati e poi rilasciati mentre altri 190 sarebbero in attesa di istruzioni.
Le notizie che arrivano da Homs, cittá devastata dagli attacchi aerei e dagli anni di isolamento forzato, era stata recentemente richiamata in gioco dalle forze internazionali come banco di prova del tentativo di conciliazione fra Assad e le forze anti governative. Si conta che da venerdí più di 1000 persone sono fuggite durante la tregua. Una tregua che ha dell’incredibile perché ancora non è chiara la durata: in origine tre giorni, poi l’appunto a una possibile estensione fino ad oggi. Il governatore della regione ha dichiarato ai giornalisti dell’agenzia AFP: “L’evacuazione dei civili e l’arrivo degli aiuti umanitari continueranno fino a domani mattina“.
Melissa Fleming portavoce per l’Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR), ha affermato che gli uomini dovrebbero trovarsi in una scuola abbandonata. Ma la situazione sotto monitoraggio, necessita notizie più precise anche per quanto riguarda il numero reale dei “trattenuti”. Solo così si potrà agire nel modo migliore. Anche Human Right tiene i riflettori puntati: “Continueremo a fare pressione affinché vengano trattati secondo le regole internazionali e i diritti umani” ha fatto sapere il portavoce Rupert Colville.
Il lavoro prezioso di Human Rights peró, si capisce, non è sufficiente e dopo le ripetute delusioni di Ginevra 2, la soluzione del conflitto sembra allontanarsi inesorabilmente verso un tempo futuro mal delineato. È lo stesso Lakhdar Brahimi, mediatore dell’ONU, che lascia trapelare l’amarezza per il tempo perduto: “L’inizio di questa settimana è stato impegnativo come fu la prima settimana. Non stiamo facendo molti progressi“.