Nadia, suicida a 14 anni dopo gli insulti ricevuti su Ask.fm

Nadia non ha resistito a quelle parole cariche di odio e violenza. Era forse troppo fragile per reagire agli insulti di chi, agendo in totale anonimato ha scaricato le proprie frustrazioni su di lei, che quella violenza non la meritava. Solo 14 anni e una vita davanti, spezzata troppo presto a causa dell’umiliazione ricevuta dai suoi coetanei su un social network.

“Fai schifo, meriti di morire” le scrivevano alcuni utenti. “Fingi di essere depressa per attirare l’attenzione, sei patetica”. 1148 risposte ad altrettanti messaggi carichi di insulti gratuiti, che hanno portato l’adolescente a togliersi la vita.

Nadia si è lanciata nel vuoto dal decimo piano dell’ex hotel Palace di Cittadella, non riuscendo più a sopportare un peso così grande. Perché le parole se non misurate, fanno male. A 14 anni poi, feriscono ancora di più.

Un suicidio annunciato sui social, al fidanzato e agli amici che non sono riusciti a fermarla. Eppure nessuno l’aveva mai presa sul serio, perché Nadia era una ragazza seguita dalla famiglia e come tutti gli adolescenti voleva sentirsi libera, desiderando l’autonomia e l’indipendenza.

L’ennesima vittima del mostro che si cela al di là dello schermo, nel silenzio violento di alcune parole scritte, ma urlate con violenza contro chi è costretto a subirne gli effetti. Il cyberbullismo colpisce ancora una volta, aggiungendo un altro nome su una lunga lista che sembra non raggiungere la fine.

“Chiudete il maledetto Ask.fm” chiedono ora gli amici di Nadia e il sindaco di Fontaniva. Ma Ask.fm è solo un pezzo del puzzle, poiché il cyberbullismo attacca un terreno già debole in partenza.

Quello di Nadia poi non è stato un caso isolato. Molti altri adolescenti si trovano nei suoi panni, in attesa che quella goccia faccia traboccare il vaso, in attesa che qualcuno prenda in mano la situazione e crei una sentinella d’allarme. È necessaria la comunicazione e soprattutto il rispetto.

Perché nessuno sia costretto a morire per il peso delle pressioni psicologiche di un “nessuno”. Perché nessuno si veda costretto a togliersi la vita a soli 14 anni.

Gestione cookie