Nell’estate del 2011 Napolitano chiese a Monti di tenersi pronto a sostituire Berlusconi al governo. È la rivelazione choc contenuta in Ammazziamo il gattopardo, il nuovo libro di Alan Friedman, che scatena una vera e propria bufera sul Capo dello Stato, accusato da Forza Italia di aver complottato contro l’allora Presidente del Consiglio. Che, qualche mese più tardi, diede le dimissioni per essere sostituito da un governo tecnico guidato proprio dal Professore.
Non era un buon momento, quello, per l’Italia. Il nostro Paese, in piena crisi economica, arrancava, rischiando di precipitare nello stesso baratro in cui stava sprofondando la Grecia. In agosto arrivò una lettera dalla Banca centrale europea, che di fatto ordinò di adottare misure drastiche per riordinare i conti pubblici. Lo spread si alzava sempre di più e i rapporti con la Germania erano ormai compromessi. Fu allora che Napolitano scelse di agire.
Secondo quanto raccontato da Friedman, nell’estate 2011 Monti chiese all’imprenditore Carlo De Benedetti se doveva accettare o meno la premiership, nell’eventualità che gli fosse stata avanzata una proposta in tal senso. Dello stesso argomento il Professore discusse a lungo anche con Romano Prodi, ottenendo una risposta affermativa. Monti, inoltre, interpellato direttamente dallo scrittore sulla questione, conferma di aver ricevuto dal Presidente della Repubblica, tra giugno e luglio di quello stesso anno, la richiesta di mettersi a disposizione in caso di necessità.
Napolitano, da parte sua, smentisce le tesi di Friedman in una lettera inviata al Corriere della Sera. Ammette di aver incontrato Monti più volte nel corso del 2011, considerandolo un “prezioso punto di riferimento” e “una risorsa da tener presente“, soprattutto per le analisi economico-finanziarie che realizzava proprio per il quotidiano di via Solferino. “Ma i veri fatti, i soli della storia reale del paese nel 2011, sono noti e incontrovertibili” scrive il Capo dello Stato, che ricorda 2il sempre più evidente logoramento della maggioranza“, la rottura di Alleanza Nazionale, le tensioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia, e le pressioni della Banca centrale europea.
“L’8 novembre la Camera respinse il rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato, e la sera stessa il Presidente del Consiglio da me ricevuto al Quirinale convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato una volta approvata in Parlamento la legge di stabilità” prosegue Napolitano. Attraverso le consultazioni regolarmente avvenute con le principali forze politiche, conclude il Presidente della Repubblica, venne individuato il nome di Mario Monti, “mentre le confidenze personali e l’interpretazione che si pretende di darne in termini di complotto sono fumo, soltanto fumo“.
Enrico Letta sta con Napolitano. “Si devono semmai ricordare agli smemorati le vere responsabilità della crisi del 2011, i cui danni economici, finanziari e sociali sono ancora una zavorra che mette a repentaglio la possibilità di aggancio della auspicata ripresa economica” dice. Solidarietà anche da Renzi, che bolla come “inaccettabile” questo nuovo attacco al Capo dello Stato. “La verità è che Berlusconi e Tremonti hanno nascosto per anni la crisi portando il Paese sull’orlo del baratro” afferma Roberto Speranzadel Pd.
Durissima, invece, Forza Italia, che ora potrebbe clamorosamente decidere di appoggiare la richiesta di impeachment depositata dai Cinque Stelle. “Le rivelazioni del libro di Friedman sono un ulteriore conferma che in quell’occasione fu spazzato via dallo scenario europeo il premier e un governo, che si opponevano alle mire egemoniche della Germania sulla Ue e a una politica che ha provocato, com’è oggi sotto gli occhi di tutti, miseria nella maggior parte dei paesi dell’Unione e benessere solo a Berlino” commenta Augusto Minzolini. Secondo Maurizio Gasparri le rivelazioni aprono “squarci inquietanti” sull’estate del 2011, mentre Mariastella Gelmini parla di una “trama politica” orchestrata da Napolitano per spingere Berlusconi alle dimissioni.
Le testimonianze raccolte da Friedman sono, ovviamente, oro colato per i Cinque Stelle. “Oggi sappiamo che un Presidente della Repubblica ha svolto funzioni che non gli sono attribuite dal suo incarico senza che gli italiani ne fossero informati. Sappiamo inoltre che De Benedetti, un privato cittadino italiano diventato svizzero, può condizionare la politica italiana dalla sua villa di Saint Moritz e lo dice pure. E infine sappiamo che i cittadini italiani sono espropriati da qualunque decisione e che il loro voto non conta nulla per i registi dei cinepanettoni della democrazia. Impeachment, e così sia! tuona Grillo sul suo blog.