Paul Cadden, classe ’64, nato a Glasgow, in Scozia, ha cominciato a disegnare all’età di 6 anni, perseguendo fin da bambino l’ideale artistico. Il talentuoso disegnatore scozzese si é dedicato ad una particolare forma di iperrealismo, crea opere d’arte utilizzando esclusivamente matite di grafite e gesso. Il risultato é veramente strabiliante, i ritratti sembrano vere e proprie fotografie.
L’Iperrealismo é nato agli inizi del 1970 negli Stati Uniti e si é diffuso nei decenni successivi anche in Europa, é un modo di dipingere basato sulla riproduzione, su carta o su tela. di un soggetto fotografico. Rappresenta la realtà partendo da un’immagine fotografica, ingrandita il più possibile, e riportandola come disegno, con una maniacale rappresentazione dei dettagli, a volte anche esagerata, avvicinandosi il più possibile alla normale percezione, esaltandone la nitidezza e la minuziosità al punto che le differenze tra il quadro e la fotografia risultano impercettibili.
La tecnica di Paul Cadden deriva dal fotorealismo, un genere di pittura basato sull’uso di una o più fotografie da utilizzare nel processo della creazione dell’opera, in genere ad olio o ad acrilico, al fine di avere un aspetto finale il più simile possibile alla fotografia. Spiega Cadden: “L’Iperrealismo tende a creare un impatto emotivo, sociale e culturale e si differenzia dal fotorealismo che è molto più tecnico“.
Cadden é in grado di disegnare immagini complesse anche nei minimi dettagli, il fumo di una sigaretta accesa, le rughe sul volto di un vecchio, l’acqua gocciolante da un viso sembrano incredibilmente realistiche da sembrare delle fotografie. La sua ispirazione si spiega con la frase: “Intensificare il normale“. Partendo da un’immagine della vita quotidiana, realizza un disegno che abbia un forte impatto emotivo. La sua ricerca del dettaglio esalta le espressioni, l’intensità degli sguardi, traspirano le sensazioni e le emozioni delle persone ritratte.
Lo stesso Cadden esprime il suo stile in questo modo: “L’arte creata da fotografie cerca di mettere in evidenza il soggetto. Il soggetto diventa tangibile, reale, vivente. In quello che riproduco l’importante per me sono i dettagli, i segni in grado di raccontare un’essenza che resta invisibile nella fotografia. La realtà diventa l’illusione. I segni ne tracciano e ne imprigionano la vita”.
L’artista scozzese ha esposto i suoi lavori non solo nel suo paese, dove nel 2011 é stato finalista per il premio “Artista dell’anno“, ma anche a New York , Glasgow, Andorra, Atlanta e in Giappone. Le sue opere necessitano, in media, da tre a sei settimane di lavoro, crea circa sette pezzi ogni anno, di solito nei formati A1 (594×841 mm) o A0 (841×1189 mm), attualmente quotati nelle gallerie circa 5.000 sterline.
Ciò che rende Cadden diverso dagli altri artisti iperrealisti é che lavora prevalentemente con matita e gesso, mentre molti altri tendono ad usare un aerografo. Solo avvicinandosi molto ai suoi lavori si nota che non si tratta di fotografie, ma di realizzazioni a matita.
Appiattire i soggetti, eliminando ogni tipo di colore attraverso la grafite, permette al nostro occhio di rilassarsi e guardare tutto senza disturbi. L’intento dell’artista é di proiettarci in una realtà ripulita da oggetti estranei, sensazioni disturbanti. Attraverso le sue opere ci porta a osservare i suoi soggetti ma anche lo stesso mondo in cui viviamo, stralci di società, con occhio imperturbabile e finalmente oggettivo.