Martedì 4 febbraio arriva dal Belgio il tweet di Stromae, popolare cantautore belga, ad annunciare in prima persona la partecipazione al Festival di Sanremo 2014.
Ebbene Paul Van Haver, eletto Artista dell’anno in Francia, ha informato direttamente i propri fans dell’apparizione italiana che avverrà il prossimo 22 febbraio in occasione della puntata finale del Festival.
<<Sono molto felice di essere ospite della serata finale del 22 a Sanremo, ci vediamo lì!>> ha scritto su Twitter il cantante, salutando il padrone di casa Fabio Fazio che al fianco di Luciana Littizzetto sarà al timone della storica kermesse.
Stromae è la prima star internazionale che annuncia ufficialmente la propria presenza al teatro Ariston che anche quest’anno farà da sfondo al Festival, giunto alla sua 64esima edizione.
Divenuto negli ultimi anni un ‘fenomeno del web’ con milioni di visualizzazioni su YouTube Stromae incarna la figura di chi ha patito dolore e sofferenze, sofferto la povertà e vissuto la vita senza un soldo nelle tasche.
L’immedesimazione che ne è derivata è stata travolgente ed ha reso l’artista una icona della ‘normalità‘, quella vera che non trovi nelle tv, nei giornali e nei social, e in cui vengono sapientemente celate le crepature e gli squarci della quotidianità di ciascuno.
Orfano di padre, trucidato durante il sanguinoso genocidio in Ruanda, e allevato da madre fiamminga nella periferia di Bruxelles Stromae canta con ardore ed orgoglio le difficoltà propria vita di povero mezzosangue. La sue canzoni non narrano una storia individuale ma tentano di raccontare una esperienza collettiva, comune a tanti sfortunati ‘meticci’ come lui.
Molti lo ritengono musicalmente un anello di congiunzione tra lo stile dei Duft Punk e Jacques Brel, in un risultato di musica originale, intrigante e personalissimo.
Stromae, il cui nome è il contrario di ‘maestro’ in gergo francese, ha pubblicato tre album musicali dal 2007 al 2013 ed è divenuto famoso per canzoni come ‘Formidable’, ‘Bâtard’ e ‘Papaoutai’ nelle quali canta il mondo visto dai suoi occhi e grazie a cui è divenuto manifesto di una intera generazione.