Il Sitting Volleyball è uno sport derivato dalla pallavolo, inventato nei Paesi Bassi nel 1957 come sport adattato per la pratica sportiva delle persone diversamente abili.
Consiste in una pallavolo giocata stando seduti sul pavimento, con il campo più piccolo e con la rete più bassa. Il giocatore che tocca la palla deve trovarsi con le natiche a contatto con il pavimento nel momento in cui tocca la palla. Per la sua particolarità, il Sitting Volleyball ha la caratteristica di favorire l’integrazione sociale delle persone diversamente abili, dato che può essere praticato senza distinzione da diverse categorie di diversa abilità (amputati, poliomielitici, paraplegici, cerebrolesi, les autres) e allo stesso tempo anche da soggetti normodotati, non richiedendo l’utilizzo di strumenti specifici come le sedie a ruote.
Pertanto può essere considerato uno sport “open”, dato che nella stessa squadra possono trovare spazio soggetti normodotati e soggetti diversamente abili, con qualsiasi forma di diversa abilità.
Il sitting volley è diventato disciplina olimpica nel 1976 a Montrèal ed è riconosciuta dalla Federazione Italiana Pallavolo dal 2013.
Per far partire il primo Campionato Italiano di Sitting Volley è necessaria la partecipazione di almeno dieci squadre. Se il progetto dovesse andare in porto, il torneo avrà inizio in primavera.
Intanto al palazzetto dello sport di Frosinone i pallavolisti della Pallavolando a Tutto Tondo di Aprilia e del Mondragone hanno giocato un incontro amichevole dimostrativo.
“Abbiamo necessità che questa disciplina trovi adepti in tutta Italia. Per fare questo dobbiamo per forza di cose iniziare un campionato che spero con tutto il cuore per marzo, inizio di aprile possa partire” – ha dichiarato Giulio Ciuferri, presidente dell’Aprilia.
Per il Mondragone è intervenuto Antonello Nolletti che si è espresso anche sul lavoro da fare per partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016: “Si parte con un budget minimo. L’unica cosa che davvero ci serve, sono gli atleti diversamente abili. Per raggiungere però un obiettivo paralimpico, bisogna avere sei atleti diversamente abili in campo. Per far ciò serve l’aiuto di società che siano lungimiranti in questo, che puntino sui propri atleti normodotati che collaborino con la società di sitting volley per convincere anche gli atleti diversamente abili più restii a giocare ad entrare nel sitting. Il grande vantaggio è quello di poter giocare dodici mesi l’anno. Il nostro intento è quello di portarlo ovunque”.
Alle paralimpiadi di Londra 2012 è stato un grande successo. L’auspicio è che nel 2016 si ripeta con una squadra azzurra.