Spogliati fino all’osso. Così sono diventati i personaggi preferiti dei cartoni animati di un artista che ha creato una serie di sculture anatomiche, un po’ raccapriccianti, raffiguranti ossa e organi interni dei più famosi compagni di giochi di bambini e adolescenti.
Jason Freeny , 43 anni, designer americano, voleva rendere visibile il carattere interno di alcuni dei volti della fantasia più famosi al mondo, dimostrando che anche Grande Puffo, Barbie, Hello Kitty e Stewie Griffin hanno un cuore.
Freeny, che ha studiato Industrial Design al Pratt Institute di Brooklyn (New York), ha inizialmente lavorato come muralista e scenografo, anche agli MTV’s Special Events, e, nel 2010, ha creato la sua prima scultura anatomica.
Di questo suo progetto, il designer americano ne ha fatto una collezione.
Tutte le figure sono state fatte a mano, e ora molte di loro sono in mostra nella metropoli americana di New York City.
I fan delle sculture devono essere pronti a pagare una bella cifra per poter portare a casa i loro personaggi preferiti; alcuni costano diverse migliaia di sterline, e si trovano sulla pagina web Freeny’s Moist Production.
Si parte dai portachiavi, che hanno un costo di 5 euro, ma la maggior parte delle sculture parte da un prezzo di £ 600, e può arrivare anche a £ 5.000.
Jason Fenny, che ha (ri)creato in modo del tutto innovativo questi personaggi ha affermato “my favourites are ones that have interesting skeletal systems and I’m hoping to make larger versions of these in the future“.
“It’s always great fun designing them – ha continuato l’artista – because I think it makes the characters feel a lot more life like when they’ve got a full body rather than being a hollow plastic shell“.
Così, con ossa, intestino e cuore in vista, la Barbie non è più una semplice e perfetta bambola di plastica, l’omino dei Lego non è più solo mattoncini colorati, Hello Kitty non è più solo un gattino bianco prodotto da una delle più famose aziende giapponesi: tutti prendono vita, grazie a questa loro rappresentazione più reale che mai.