Pechino, Varsavia, Kiev. I precedenti non erano confortanti e la storia si sta ripetendo anche in Russia, a Sochi, come era accaduto per le Olimpiadi cinesi e gli Europei di calcio 2012 in Polonia e Ucraina. A pochi giorni dall’inizio delle gare assistiamo all’ennesimo eccidio di cani randagi.
Una guerra al randagismo che viene strumentalizzata e giustificata dalle autorità russe, alla stessa maniera dei polacchi e ucraini, di appena due anni fa: “Sono un danno alla nostra immagine. Abbiamo un obbligo verso la comunità internazionale – ha dichiarato un deputato della regione di Krasnodar, Sergei Krivonosov – c’è un evidente problema con gli animali per le nostre strade e il metodo più veloce per risolverlo è ucciderli“.
Secondo gli attivisti, che si sono mobilitati da tempo contro la mattanza in programma, saranno oltre 2mila gli animali uccisi. Non solo cani, in realtà, ma anche gatti randagi. A confermare il via libera delle autorità alla strage dei randagi è adesso la stessa Basya Services che si occupa normalmente del «contenimento» degli animali nella zona. Il direttore Alexei Sorokin, ha spiegato che il compito dei suoi dipendenti d’ora in poi è quello di «catturare ed eliminare» i cani di Sochi. «Io sostengo il diritto delle persone di girare liberamente per le strade senza paura di essere attaccati – dice ancora Sorokin – e diciamo le cose come stanno: i cani sono spazzatura».
Nel 2012 per la competizione continentale di calcio, in Polonia e Ucraina, si assistette ad un’aberrante decisione che comportò un massacro senza precedenti puntualmente condotto ogni mattina da impiegati comunali presso parchi e strade con polpette avvelenate, spesso accidentalmente ingerite da ignari cani di proprietà, che morirono dopo terribili agonie davanti agli occhi attoniti dei loro padroni.
Ma la ferocia e la barbarie non terminarono; oltre al veleno e alle fucilate, si aggiunsero i terribili forni crematori mobili ove gli animali vennero gettati ancora vivi.
In Italia il “popolo della rete” si mobilitò per boicottare l’evento sportivo.
Per rendere più accogliente e florida la XXII^ Olimpiade invernale, l’uomo ha dimostrato di ricadere negli stessi fatali errori.
Da tempo associazioni animaliste e cittadini cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica per fermare la strage dei randagi a Sochi e in generale contro le uccisioni dei randagi. «Queste mattanze sono crudeli e inutili – spiega Elizabeth Sharpe, della World Society for the Protection of Animals che ha sede in Canada – L’unico sistema per controllare in maniera efficace le popolazioni di randagi è quella di programmi a lungo termine di vaccinazioni e sterilizzazioni».
Vaccinazioni e sterilizzazioni che dovrebbero essere attuate da padroni ed istituzioni: i primi responsabili della proliferazione del randagismo sono i cittadini che non sterilizzano i propri animali, facendo aumentare questo fenomeno.
Nei paesi civili i migliori amici dell’uomo, non verrebbero abbattuti, ma si troverebbero soluzioni meno cruente.
Mors tua, vita mea. Amici a quattro zampe. Lo “spettacolo” deve continuare.