Con Renzi la Sinistra ha voltato pagina

Ieri in un’intervista a La Repubblica, ha parlato di Legge elettorale e della situazione politica italiana, ma quando, poco più di un anno fa, sfidò Bersani per la leadership del Pd, Renzi altro non era che un giovane sindaco dalla faccia pulita e dalla bella parlantina. Un outsider, malvisto da quasi tutti i gerarchi del partito per la volontà di rinnovarlo. Andò come sappiamo: Bersani trionfò al secondo turno e si illuse che il più era fatto, che era finalmente arrivato il suo momento. Il momento dell’Italia giusta, governata da una Sinistra forte, stabile, matura. Giunse invece una non vittoria che aprì la strada alle larghe intese e fu allora che le cose, nel Pd, cominciarono a cambiare. Il deludente esito delle urne segnò l’inizio del del tramonto della vecchia classe dirigente del partito, rottamata dai propri errori. Bersani stesso si dimise ed Epifani guidò la transizione fino alle nuove primarie dello scorso dicembre, che incoronarono segretario il sindaco di Firenze.

È evidente come Renzi oggi stia cercando di dare una nuova carta d’identità al Centrosinistra, mutandone radicalmente il volto. Il primo, emblematico, indizio di ciò è stato l’incontro con Berlusconi e il conseguente accordo sulla riforma elettorale. Mai e poi mai al suo posto Cuperlo si sarebbe sognato di fare un passo simile. E infatti la minoranza del partito è insorta, al grido di: “Non si scende a patti col nemico!“. Renzi, che non è certo uno sprovveduto, tutto questo l’aveva messo in conto. La partita era rischiosa ma ha scelto di giocarla, perché una cosa gli è ben chiara: se il Pd vorrà vincere in futuro, dovrà farsi coraggio e andare a prendere i voti degli elettori del Centrodestra. Si dialoga con tutti, ci si confronta con tutti. Il tempo della puzza sotto il naso è finito.

Un secondo elemento chiave della svolta renziana è costituito dalla dimensione del “fare”. La fiducia che gli Italiani ripongono nella classe politica non è mai stata così bassa. In un clima del genere, caratterizzato da rabbia, delusione e sconforto, le belle parole non bastano più a costruire una propria credibilità. La gente chiede fatti concreti per poter tornare a fidarsi di qualcuno. E Renzi, che proprio quel qualcuno vuole diventare, si è messo subito al lavoro, sfornando in un paio di mesi un piano per il lavoro e una proposta di legge elettorale. Del resto il segretario democratico ha sempre cercato di enfatizzare anche attraverso i Social Network questo suo impulso all’azione, non perdendo occasione per dare notizia delle opere realizzate a Firenze dalla sua amministrazione. La Sinistra di Renzi, dunque, è una Sinistra che ha imparato dai propri errori ed è capace, almeno nelle intenzioni, di passare dalle parole ai fatti.

Ma c’è un terzo punto che distingue il segretario del Pd da tutti gli attori del panorama politico italiano, ed è la capacità di riconoscere apertamente i demeriti propri e i meriti altrui. Lo fece un anno fa, davanti ai suoi sostenitori, in occasione della sconfitta alle primarie, con un discorso inedito nei toni e nei contenuti per uno che era appena stato battuto tra mille polemiche. Lo fece in campagna elettorale, ammettendo la bontà di diversi temi sostenuti dal Movimento Cinque Stelle. Lo ha fatto di recente, esprimendo il suo apprezzamento nei confronti dei movimenti di Letta in politica estera. La Sinistra di Renzi, insomma, è una Sinistra che sa farsi sentire anche quando c’è da parlare bene degli avversari. Perché l’onestà intellettuale è un valore, non un disvalore.

Secondo alcuni, tutto ciò altro non è che un’abile campagna di marketing e il sindaco di Firenze rappresenta, ora più che mai, il nuovo Berlusconi, malato di leaderismo, accecato dall’ambizione, l’ennesimo furbacchione entrato in politica per perseguire interessi personali. Altri, al contrario, lo considerano, per idee e capacità, l’ultima speranza di questo nostro malandato Paese. I prossimi mesi e la complessità delle sfide che attendono noi e la nostra classe dirigente probabilmente ci potranno dare qualche elemento in più per giudicare. In ogni caso, una cosa è certa: con Renzi la Sinistra, nel bene o nel male, ha voltato pagina.

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