L’Italia sta svoltando verso l’uscita dalla crisi e vuole percorrere la strada delle privatizzazioni. A dirlo è il premier Enrico Letta da Abu Dhabi: “Io sono ottimista perché per la prima volta tagliamo il debito dopo sei anni, la situazione sta cambiando, la crescita sarà l’1% quest’anno e il 2% l’anno prossimo. Stiamo andando verso la stabilità, io presento qui un piano di grandi privatizzazioni, una grande opportunità di investire in Italia“.
Dopo gli accordi siglati con la Russia a Trieste lo scorso novembre, il presidente del Consiglio continua sulla strada delle partnership economiche e sceglie di sponsorizzare il nostro Paese negli Emirati Arabi, Stato che ha il sesto reddito pro capite del mondo. Gli Emirati Arabi sono considerati anche un paradiso fiscale, in quanto dotati di un sistema tributario privilegiato. Un paradiso caratterizzato tuttavia da alcune esclusioni, visto che le società operanti nei settori petrolifero e petrolchimico e le banche estere sono regolarmente assoggettate a tassazione.
Il premier ha sottolineato che l’Italia ha superato le difficoltà con le proprie forze, senza aver chiesto nessun tipo di aiuto all’Europa, e ha spiegato che quella definita con Abu Dhabi è “una cooperazione strategica di prospettiva e non basata su episodici accordi“. Nel dettaglio i settori in cui verrà realizzata la collaborazione saranno probabilmente il trasporto aereo (tra Alitalia ed Ethiad), il manifatturiero avanzato (proprio i manufatti rappresentano una delle principali voci di importazione per il Paese asiatico), la logistica e gli investimenti finanziari. “Questo è il momento giusto, perché i mercati sono pronti, noi diciamo ai paesi del Golfo che ci sono buone opportunità per privatizzazioni sane: mettiamo sul mercato grandi gruppi come Fincantieri, Poste, Sace. Un grande passaggio, per noi è l’occasione per tagliare il debito ma anche per attirare investimenti“.
A regalare a Letta una bella doccia fredda ci ha però pensato Giorgio Squinzi, ospite di Lucia Annunziata a “In mezz’ora” su Raitre. “I numeri in nostro possesso non ci permettono di guardare con ottimismo verso il futuro” ha detto il presidente di Confindustria, chiedendo al Governo “un cambio di passo deciso perché per grazia divina la situazione economica del Paese non cambierà“. Squinzi ha evidenziato la necessità di promuovere “una politica industriale seria“, riorganizzare un sistema giudiziario “che non funziona” e semplificare la burocrazia. “O si cambia passo con il governo esistente o ad un certo punto andiamo a votare” ha concluso.
La replica del premier non è tardata ad arrivare: “Sono convinto che ognuno debba fare il suo lavoro. È bene che Confindustria aiuti il Pil del Paese. Ma sono convinto che i dati del governo siano quelli giusti“.