Kiev, continuano gli scontri tra le forze dell’ordine e gli oppositori politici al regime anti- europeista del leader Yanukovich. Un agente ferito al petto ha perso la vita; feriti anche tra la popolazione civile.
Camuffata inizialmente come una protesta nei confronti della politica sfavorevole all’Ue del leader politico, in realtà la situazione ha preso risvolti drammatici coinvolgendo molti più fattori e protagonisti. Nelle piazze della capitale si scontrano estremisti nazionalsocialisti di Svoboda e radicali; la situazione economica è drammatica, e i Partiti, per non addossarsi colpe, prendono di mira l’avversario politico come capro espiatorio. Le notizie che trapelano al di fuori del Paese sono quasi nulle ed è in corso un vero e proprio tentativo di isolare l’Ucraina agli occhi dei mezzi di comunicazione.
Politiche repressive dittatoriali quelle del ministro dell’Interno, il sanguinario Vitaliy Zakharchenko, uno dei maggiori artefici degli atti di terrore di questi giorni verso i cittadini, come denunciano i principali partiti di opposizione, di fatto relegati al silenzio. Sui nuovi scontri è intervenuta l’Unione Europea che chiede all’Ucraina di porre al più presto fine alla violenza che sta causando vittime nel Paese.
Ma non si fermano gli scontri nelle piazze, e governo e opposizione fingono di instaurare un dialogo- messa in scena per cui l’intesa appare quasi impossibile. Unico passo avanti ieri sera dal parlamento ucraino (Rada), che senza il voto delle forze d’opposizione, ha approvato l’amnistia che permetterà il rilascio di manifestanti anti-governativi arrestati nei disordini delle ultime settimane e che dovrebbe consentire un alleggerimento delle tensioni.
Intanto in questo quadro di crisi l’economia crolla a picco, e l’Ucraina ha chiesto alla Russia di poter posticipare il pagamento per le fondamentali forniture di metano, richiesta accolta fino a quando non si stabilizzerà la situazione politica.