Gli Stati Uniti affermano che solo il 4% delle armi chimiche siriane dichiarate dal regime della Siria è stato rimosso. Così dopo i ritardi nella chiarificazione delle procedure di stoccaggio del primo carico di armi chimiche, altri ritardi si accumulano sulla lista degli accordi. Per non parlare di Ginevra 2, dove perfino il mediatore dell’ONU ha ritenuto opportuno, in seguito alle tensioni, sospendere una delle sedute più importanti dei negoziati fra le controparti siriane.
È di ieri la notizia che il segretario della Difesa americano Chuck Hagel ha dichiarato una certa preoccupazione riguardo alla questione delle armi chimiche e al ritardo sul programma previsto, aggiungendo: “Damasco deve prendersi la responsabilità di portare a termine i propri impegni“. Ma Mr. Hagel non si é limitato alle affermazioni, così che ha contattato il ministro della Difesa russo per chiedere di intercedere con il regime di Assad affinché ci si attenga agli accordi presi che vogliono la definitiva rimozione e distruzione delle armi chimiche entro il 30 giugno 2014. Non poi così lontano dunque.
A confermare le preoccupazioni espresse dal segretario Hagel, ci ha pensato l’ambasciatore Robert Mikulak in una deposizione redatta per l’OPAC in cui dichiara: “Lo sforzo di rimuovere gli agenti chimici […] da parte della Siria ha seriamente subito uno stallo. […] I riflettori ora sono puntati sulla Siria per procedere senza ulteriore ritardo, per rispettare gli impegni presi e rendere questo sforzo un successo“.
Il 7 gennaio era partito dal porto di Latakia il primo carico di materiale chimico, che chiamare armi è improprio perché gli inneschi sono stati separati. Tre settimane dopo un altro carico ha lasciato la Siria. Una delle cause di questi ritardi sta nel tentativo di spazientire chiedendo nuovi e aggiuntivi equipaggiamenti anche quando non assolutamente necessari. Orecchie e “mentalità da mercanti”, quelle dei siriani di Bashar al-Assad che fanno davvero perdere la pazienza non solo ai delegati a Ginevra ma anche oltreoceano. Per non parlare poi delle accuse che i siriani hanno rivolto agli USA colpevoli di aver armato, secondo il regime, i ribelli.
Una storia infinita che va avanti da marzo 2011. Oggi ormai le speranze di una risoluzione diplomatica subiscono dispetti e ritardi che di certo non fanno che accrescere le preoccupazioni.