Il regista Gianni Amelio ha fatto coming out in un’intervista rilasciata a Repubblica – a Natalia Aspesi – in occasione della presentazione del suo documentario “Felice chi è diverso”, un viaggio attraverso le vite degli omosessuali italiani dall’inizio del Novecento fino agli anni ’80, che presenterà alla Berlinale, il Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nalla sezione Panorama, che si svolgerà dal 6 al 16 febbraio prossimi. Il film raccoglie le storie di uomini che sono stati giovani quando gli omosessuali non esistevano, se non in una vita clandestina temuta, perseguitata, irrisa.
«Credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale» afferma e continua «Alla mia età sarebbe un po’ tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi. Comunque credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale».
Ha precisato poi il regista: “Sono pansessuale, nel senso che ho avuto molte esperienze, talvolta casuali e altre provocate, con uomini ma non solo“.
“L’omofobia è ancora imperante, capita ancora che ragazzi si uccidano perché omosessuali o ritenuti tali“, racconta ancora Amelio nell’intervista, “Scherniti, isolati, picchiati. Insomma la battaglia non è vinta, non c’è da noi un riconoscimento giuridico delle coppie. C’è poi ancora la difficoltà di farsi accettare dalla famiglia, soprattutto dai padri, ancora immersi in una cultura maschilista”.
Gianni Amelio è nato nel 1945 e rappresenta una parte importante del cinema italiano. Non fosse altro per capolavori come “Così ridevano”, vincitore del Leone d’Oro a Venezia nel 1998. Ha 69 anni, nel corso della sua carriera ha vinto diversi premi e nel 1992 un suo film “Il ladro di bambini” è stato candidato al premio Oscar per il miglior film straniero.