“I conservatori non mollano, resistono, sperano nella palude. Ma l’Italia cambierà, dalla legge elettorale al lavoro. Questa è la volta buona“. Così Matteo Renzi su Twitter. Nella domenica che precede una settimana decisiva per la politica italiana il segretario democratico si dice ottimista sul buon esito delle trattative tra i partiti. Intanto però le polemiche non accennano a placarsi.
Angelino Alfano rilancia sul tema delle preferenze: “Per noi l’obiettivo è che l’elettore possa scegliere il deputato, e proprio perché stiamo superando il Porcellum, mi chiedo perché fare torto agli italiani e tenersi la parte peggiore di quella legge elettorale. Non capisco proprio, è inspiegabile, per Forza Italia è diventata una materia teologica, ed è impossibile discuterne. Chiedo a Forza Italia di non fare questo torto agli italiani“. Il vicepremier annuncia che il Ncd presenterà un emendamento in merito e proporrà al Pd “un contratto di governo per l’emergenza lavoro“, in modo che “nel 2015 si potrà andare a votare“.
Alfano dice la sua anche sul futuro dell’Esecutivo e avvisa i democratici:”Se il Pd sostiene Letta il governo va avanti, in caso contrario no. Si riuniscano e decidano cosa fare, il Paese non può pagare le liti interne al Pd“. Un messaggio, questo, rivolto prima di tutto a Renzi, che in questi due mesi di segreteria non ha certo mancato di dispensare critiche al governo. Ma non è solo Alfano ad attaccare il sindaco di Firenze. “Caro Matteo, non dovevi dargli questo agio di tornare in cattedra. Per questo siamo arrabbiati” affonda Vendola, riferendosi all’incontro con Berlusconi.
Ma il malumore serpeggia anche all’interno della minoranza democratica, alla quale l’intesa raggiunta con il Cavaliere proprio non va giù. Cuperlo vuole intervenire, non per bloccare il progetto di riforma ma per cambiarne alcuni punti tra cui, ovviamente, le liste bloccate. A questo proposito una delle proposte è quella di rendere le primarie obbligatorie per legge, idea gradita anche ai socialisti di Riccardo Nencini.
Forza Italia, dal canto suo, è determinata a mantenere l’Italicum così com’è e sta cercando di massimizzare il più possibile i vantaggi derivati dall’accordo con il Pd. “Abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin dalla nostra discesa in campo” afferma Berlusconi. Brunetta distribuisce ottimismo: “Penso che alla fine sulla legge elettorale, ci staranno anche Alfano, Monti e la Lega” e provoca “Se si fa la legge elettorale si va a votare. Quando si carica una pistola, probabilmente spara“.
Parole, quelle del capogruppo Fi, a cui è seguita una dura replica della segreteria democratica: “Forse Berlusconi non ha avuto il tempo di informare Brunetta che l’accordo prevede legge elettorale, superamento del Senato e riforma del titolo V. Il capogruppo plachi i suoi bollenti spiriti: nessuna corsa al voto, prima vengono le modifiche costituzionali di cui il Paese ha urgente bisogno e su cui siamo impegnati” chiarisce il portavoce Lorenzo Guerini.