Il sequestro è avvenuto nell’ambito delle indagini svolte dagli agenti su mandato della Procura di Civitavecchia, scaturite da un servizio de Le Iene e dalle segnalazioni di Lav e Marevivo, che denunciavano la consuetudine di un ristorante del litorale laziale di servire ad alcuni clienti selezionati carne di delfino. La carne di delfino essiccata era contenuta in alcune confezioni sottovuoto ed è stata sequestrata dalla Capitaneria di Porto a Civitavecchia appena prima che finisse in un ristorante molto noto e quindi sui tavoli dei clienti.
Per questo le associazioni Lav e Marevivo hanno rivolto un appello al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, chiedendo tolleranza zero su quanti ottengono profitto sulla pelle di questi mammiferi marini, rigorosamente protetti dalle normative europee. “È urgente un piano di controlli straordinari per individuare tutta la filiera di questo illegale e squallido commercio di carne di animali rigidamente protetti, nonché altre simili situazioni di somministrazione al pubblico, soprattutto in quelle Regioni le cui tradizioni culinarie annoveravano il delfino tra le prelibatezze locali“. Le associazioni hanno espresso il loro ringraziamento a tutti per l’importante risultato e in particolare alle Iene per aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica su questo argomento.
Intanto proseguono le polemiche per la “mattanza” dei delfini in Giappone, che porta avanti programmi di caccia per questi animali protetti. L’Enpa (la Protezione animali) ha anche fatto notare il silenzio da parte dell’Italia, contro le barbarie della caccia ai delfini. Un commercio squallido e illegale, visto che i delfini sono una specie protetta, di cui è vietata la cattura e l’acquisto, secondo la Direttiva Europea 92/43/CEE, che stabilisce che gli Stati membri dell’Unione europea sono tenuti ad istituire un regime di tutela dei delfini. Questi cetacei devono essere protetti da “un regime di rigorosa tutela”, vietando qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata nell’ambiente naturale.