Certe notti rimanere svegli a guardare l’Nba ricompensa di tutte le ore di sonno perse, e quella appena trascorsa è una di quelle notti. Dopo un periodo di prestazioni altalenanti e sconfitte in serie dei New York Knicks, Melo Anthony ha deciso di salire in cattedra e regalare agli sconsolati tifosi del Madison Square Garden una prestazione paradisiaca, di quelle che rimangono impresse nella memoria collettiva: 62 punti, 13 rimbalzi e una sensazione di onnipotenza cestistica assoluta, con canestri di ogni genere e tiri che a stento hanno sfiorato la retina.
Già dal primo quarto era chiaro che la serata di Melo sarebbe stata speciale, quando poi a fine secondo quarto ha messo anche un tiro da metà campo qualcuno ha iniziato ad sentire odore di serata storica. Dopo i 2 liberi che hanno portato il suo score a 62 punti, compagni e tifosi non hanno potuto che tributare un omaggio a questo fuoriclasse spesso discusso, ma capace di cose concesse solo a pochi eletti. Il numero 7 entra così nella leggenda della Nba e della sua franchigia, perché ha abbattuto il record di punti su singola partita nella storia del Garden (che apparteneva a Kobe) ed è diventato il miglior “Knick” di sempre in quanto a punti realizzati in un incontro (abbattuto il record di Bernard King, che resisteva da quasi vent’anni).
Il sessantello di Anthony però è solo l’apice di una serata di fuochi d’artificio, in cui diversi altri giocatori hanno sfoderato numeri da sogno, e non tutti sono degli habituè delle alte quote Nba. Se i 33+15 assist di Steph Curry e i 36 di Paul George stupiscono fino a un certo punto, non si può dire lo stesso per le prestazioni di Tobias Harris e Mirza Teletovic, due panchinari che stanno conquistando (meritatamente) sempre più spazio. L’ala di Orlando ha approfittato dell’assenza di Vucevic sotto canestro e, spostato sotto le plance, ha risposto con una “discreta” doppia doppia da 28 punti e 20 rimbalzi, mentre l’ala bosniaca dei Nets, dopo un periodo passato ad ammuffire in panchina, sta dimostrando tutto il talento offensivo mostrato negli anni trascorsi in Europa. I 34 punti di stanotte, con 7 triple su 11 realizzate, forse convinceranno Jason Kidd a non tenerlo sul pino per troppo tempo.
A proposito di triple, non possiamo non citare le 10 realizzate nel solo secondo tempo da Chandler Parsons, giocatore sempre più importante nei meccanismi degli Houston Rockets. Chi invece non sembrava più in grado di stupire è Marcus Thornton, talento mai esploso definitivamente, ma che nella gara di stanotte (persa dai suoi Sacramento Kings contro gli Indiana Pacers) ha ricordato a tutti che il talento nei suoi polpastrelli non è di certo svanito: 42 i suoi punti, con 16 su 27 dal campo, 4 in più di quelli del compagno di squadra Isaiah Thomas, che dal suo metro e ottanta scarso non riesce proprio a fare a meno di dominare gli avversari.
Nella pazza notte Nba trovano spazio anche la tripla doppia realizzata da Kyle Lowry, play dei Raptors, e la doppia doppia di un sempre più sorprendente Kendall Marshall (19 punti e 14 assist), uno che sembrava finito nel purgatorio del basket, ma che è tornato con un piede in paradiso grazie al suo indiscutibile talento e alla fiducia che Mike d’Antoni gli sta accordando. “Where amazing happens”, mai motto fu più azzeccato…