Chi pensava sarebbe stata una passeggiata, rimarrà deluso. La Conferenza di Ginevra 2 non è iniziata nel migliore dei modi e i problemi ci sono, sono tangibili. Non si tratta solo di mettere d’accordo tante differenti teste diplomatiche. O meglio, questo è solo un aspetto del problema, perché ad aggiungersi c’è stato un carico da novanta: la Siria ha minacciato di abbandonare i negoziati. Poi l’annuncio, ieri in serata, che oggi le due parti, quella a favore del reginme di Assad e l’opposizione, si incontreranno alla presenza di un mediatore, l’inviato speciale Onu Lakhdar Brahimi.
A Ginevra 2 sono previste diverse discussioni su più fronti ma quello che crea maggiori discordanze riguarda il destino di Assad. Partendo dal commento del premier russo Dmitri Medvedev che ha affermato: “Né io né il presidente Putin crediamo che Assad sia un partner strategico. Ma è l’attuale presidente della Siria, e non può essere ignorato” fino ad arrivare alle secche dichiarazioni di Kerry, il presidente di Stato Americano: “Assad non può far parte del futuro della Siria“. La soluzione diplomatica sembra essere l’unica via percorribile e immaginabile, dopo quasi tre anni di guerriglia incontrollata. Ecco perché Kerry mira alla costituzione di un governo di transizione al quale però Assad non partecipi. Si sarebbe di nuovo punto e a capo. Ma dello stesso avviso risulta anche il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha affermato: “Tutti i combattenti stranieri devono lasciare la Siria, perché non c’è una soluzione militare al conflitto“.
Altra questione urgente riguarda gli aiuti umanitari e qui la signora ministro Emma Bonino ha fatto del suo meglio: “Cessate il fuoco è la priorità” proprio perché dopo mesi e mesi di combattimenti, alcune zone della Siria sono rimaste isolate dal resto del territorio. Si tratta di una “catastrofe gigantesca“. Gli aiuti umanitari quindi sono da prendere in considerazione. Ma in tutta questa faccenda il ministro dell’informazione siriano Umran Zoubi conferma tutte le difficoltà del caso dichiarando: “Il regime siriano non è disposto a cedere il potere e sogna chi pensa di discutere la rimozione del presidente Bashar al Assad“.
Nel frattempo mentre dalla Russia si invoca la speranza nel simbolo della fiaccola olimpica, altre sono gli appuntamenti che sicuramente avranno a che fare con Ginevra 2. Il primo è il vertice atteso per martedì fra UE e Putin, il secondo, previsto per il 3 febbraio, un meeting cooperativo per l’organizzazione degli aiuti umanitari che si terrà a Roma, come ha orgogliosamente sottolineato il ministro Bonino.
Una situazione in continua evoluzione, con opinioni che cambiano troppo spesso e con una rigidità impostata che denota difficoltà che solo il tempo trasformerà in risoluzione o in un altro appuntamento mancato.