Si aggrava la situazione in Ucraina. Le proteste, scoppiate tre mesi fa in seguito alla decisione del presidente Yanukovich di non firmare l’accordo di associazione con l’Ue, non accennano a placarsi e fanno registrare le prime vittime. A Kiev tre persone hanno perso la vita durante la terza notte consecutiva di scontri con la polizia: si tratta di due giovani, uccisi a colpi di arma da fuoco, e di un terzo dimostrante, precipitato da una colonnata all’ingresso dello stadio dove gioca la Dinamo.
In un contesto già teso, il nuovo pacchetto di norme approvato in Parlamento, che prevede forti limitazioni ai raduni di piazza e pene più dure per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, è stato autentica benzina sul fuoco. Quando le forze di sicurezza hanno tentato di abbattere le barricate erette dai manifestanti, la folla ha reagito lanciando pietre e bottiglie incendiarie. Gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma alcuni testimoni riferiscono di aver notato la presenza di cecchini dai tetti. Tiratori scelti, che sparavano con proiettili veri e con l’unica intenzione di uccidere. Il ministero dell’Interno, tuttavia, ha declinato ogni responsabilità riguardo alla morte dei tre manifestanti precisando che i reparti antisommossa non sono dotati di armi letali.
Un misterioso sms è stato recapitato ai cellulari di numerosi dimostranti: “Caro iscritto, sei registrato come partecipante a una sommossa di piazza“. Un messaggio inquietante, che ha alimentato in coloro che lo hanno ricevuto il timore di essere diventati “osservati speciali” del governo. Le compagnie telefoniche hanno negato il loro coinvolgimento e il mittente è tuttora sconosciuto. L’uso di sms “mirati” è possibile tramite il rilevamento della cellula a cui il telefonino è collegato e non è una novità, visto che è già stato praticato durante le rivolte in Egitto e nel caso delle catastrofi naturali. Per la prima volta, però, non si sa chi l’abbia spedito.
Dure le reazioni internazionali. Gli Stati Uniti hanno già predisposto una serie di sanzioni economiche contro l’Ucraina e hanno revocato il visto a diversi cittadini ucraini considerati “collegati alle violenze”. Anche l’Europa si sta muovendo. Il presidente della Commissione Europea Barroso ha annunciato che sono in corso valutazioni sulle azioni da intraprendere e ha invitato il governo di Kiev a “risolvere questa crisi e avviare un dialogo con la società civile“.
Ma a farsi sentire, in quella che ha il sapore di una schermaglia da Guerra Fredda, è anche la Russia. “Le legittime autorità ucraine si imbattono nell’interferenza esterna negli affari interni del Paese” ha attaccato il viceministro degli Esteri russo Grigori Karasin, secondo il quale “la parte estremista dell’opposizione viola grossolanamente la Costituzione del Paese“.