“La vendetta è un piatto che va servito freddo“: è quello che avrà pensato Ettore Messina, allenatore del CSKA di Mosca, vedendo i suoi giocatori impartire una sonora lezione di basket al Real Madrid nel match clou della giornata odierna delle Top 16 di Eurolega. Prima sconfitta di questa stagione per i bianchi di coach Laso, che interrompono a 31 partite vinte la serie che aveva proiettato il Real nella leggenda della pallacanestro europea.
Sconfitta senza alibi quella subita dal Real Madrid a Mosca: Messina ha preparato alla perfezione la partita sui due lati del campo, con una difesa ferrea e un attacco paziente e perfettamente distribuito. L’esasperata ricerca dello scarico, un numero considerevole di extra-pass e il CSKA festeggia con un robusto 85 a 71 il successo sulle Merengues.
Privo di Hynes e Weems, Messina trova un superlativo Nenad Krstic che in coppia con Micov domina il Real Madrid nel parziale decisivo dell’ultimo periodo, quando Llull e Sergio Rodriguez provano disperatamente a riportare sotto la compagine spagnola. La solida prestazione difensiva dei russi rende fredde le mani di Fernandez e Mirotic, più volte a corto di idee, molto spesso sovrastati dalle ottime chiusure sotto canestro dei padroni di casa.
I lunghi del Real patiscono in maniera evidente la pressione con Bourousis e Reyes completamente fuori partita annichiliti da Kaun e Khryapa che sotto le plance fanno la voce grossa per tutto il match. Fondamentale per il CSKA il contributo di Vorontsevich che chiude l’incontro con ben 14 punti. Krstic mette a referto 18 punti mentre Micov ne sigla 14. Tra le fila spagnole Rodriguez chiude con 19 punti e Llull con 15 mentre Fernandez si ferma a quota 5 punti con 0/6 da tre.
Il Real Madrid termina così la sua lunga cavalcata, a tratti parsa inarrestabile, cadendo proprio davanti al vecchio maestro Messina, ex coach Merengue, che proprio in Spagna ha trovato le uniche stagioni poco positive della sua carriera, rassegnando persino le dimissioni anticipate, vista la carenza di risultati, prima di fare il grande salto verso gli States sulla panchina dei Lakers come assistente di Mike Brown.