Oltre tredici mila tonnellate di fanghi tossici, provenienti dal porto di Taranto e da alcune industrie circostanti, erano state sepolte nelle campagne brindisine.
Il gip Maurizio Saso, dopo aver accolto la richiesta del Pm di Brindisi Giuseppe De Nozza, ha ordinato il sequestro preventivo di un impianto di Mesagne che conta 17 autotreni e rimorchi appartenenti a quattro differenti ditte di trasporto.
I Carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, hanno dunque sequestrato questo impianto per smaltire i fanghi provenienti dallo smantellamento della Belleli, l’ex azienda operante nel porto di Taranto.
L’inchiesta partì ad aprile 2013 da una segnalazione anonima, e negli scorsi mesi sono stati spesso eseguiti sequestri preventivi di urgenza di terreni di molte migliaia di metri quadri tra Brindisi e Mesagne.
Il materiale di risulta, è costituito dai fanghi e da plastiche ed inerti da demolizioni edili.
Il tutto, non sarebbe stato utilizzabile per i ripristini ambientali dei terreni agricoli, in quanto i fanghi sono teoricamente impiegabili solo per ricolmare le aree ad uso industriale con falda acquifera salinizzata.
Per questo motivo, i materiali venivano mescolati con il terreno, proprio lì dove sono poi stati piantati numerosi alberi di ulivo.
Quest’azione illegale minaccia ora la salute pubblica, per una possibile contaminazione dei prodotti della terra, dato che nella zona interessata sono presenti anche molti frutteti.
Nella conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati gli esiti dell’inchiesta sugli smaltimenti dei fanghi, il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, ha affermato “Stiamo svolgendo indagini approfondite, oltre che il controllo della relativa filiera alimentare, per verificare se vi siano conseguenze sui prodotti della terra che noi tutti consumiamo“.
Nel mirino della Procura di Brindisi sono finite quattro aziende e tredici persone (autotrasportatori, imprenditori e proprietari terrieri), che dovranno rispondere della pesante accusa di esercizio di discarica abusiva e gestione illecita di rifiuti.
Secondo le indagini, a Brindisi sono state interrate tredici mila tonnellate di fanghi di dragaggio provenienti da operazioni di scavo effettuate fino ad una profondità di quindici metri.
In questo momento, sono ancora 135 mila le tonnellate di fanghi in attesa di smaltimento.
Si spera che, almeno in questo caso, venga fatta giustizia verso chi ha illecitamente pensato al profitto, sacrificando ancora una volta l’ambiente, la salute di tutti e la tutela paesaggistica.