Perché Guarin – Vucinic si farà con buona pace del web e dei tifosi

Guarin – Vucinic si farà. Con buona pace dei tifosi e del web. E io credo sia un bene per tutti, a questo punto. Del valore tecnico della scambio abbiamo già parlato in abbondanza, riassumendo direi che all’Inter l’affare conviene a breve termine. Serve un attaccante adesso e Vucinic, per rapporto qualità prezzo è il migliore che l’Inter di questi tempi può permettersi. Guarin non piace per niente a Mazzarri e può essere invece rilanciato da Conte, che intanto si copre le spalle pensando ad una possibile partenza di Pogba o di Marchisio, entrambi attirati dalle sirene del calcio francese. Guarin, 26 anni, mi sembra invece un ottimo investimento a medio lungo termine per la Juve. Sono tornati i tempi in cui i nerazzurri hanno tutto da perdere, e qualcosa perderanno.

Ma i soldi non ci sono più e su questo bisogna rassegnarsi. Inutile continuare a pensare che Thohir sia uno sceicco, quando invece è un editore. Facoltoso, ma non spendaccione. Per lui l’Inter è un’azienda, non una passione per la quale perdere soldi e testa. Per questo, se dovesse arrivare Hernanes ci saranno altre cessioni pesanti. A mio parere quella di Ranocchia, unico giocatore ad avere mercato. La verità è che la mossa dello stop di Thohir potrebbe servire soltanto ad alzare il conguaglio a favore dell’Inter. Niente di più di questo. Dopo le ultime dichiarazioni di Guarin il colombiano non può certo ripresentarsi a San Siro. Inter e Juve trattano insieme come una provinciale tratta con la capolista. Cioè come dice la classifica. Non ci sono interessi che permettono di pensare che due dirette concorrenti si stiano scambiando un giocatore perché oggi le concorrenti della Juve si chiamano Roma e Napoli, non Inter e Milan.

Insomma non ci sarà un nuovo caso Berbatov con il giocatore che cambia idea in aereo per tornare a giocare in Inghilterra. Ma chi comanda davvero? I tifosi o il web? Perché se comandano i tifosi non ci vedo niente di nuovo, purtroppo. Vent’anni fa i tifosi della Lazio scesero in piazza per fermare una cessione praticamente già conclusa: quella di Beppe Signori al Parma di Tanzi. Un affare con pochi precedenti che avrebbe portato nelle casse della Lazio quasi 30 miliardi. L’affare saltò in extremis proprio per volere della curva nord, e non solo. Certo, Signori era il capitano e la bandiera di quella squadra, un cannoniere implacabile e un uomo simbolo. Non si può certo dire la stessa cosa di Guarin, ragazzo dal grosso potenziale e poco più. Non ricordo una sollevazione popolare nemmeno per Ronaldo, forse perché non c’era Facebook o magari perché era l’ultimo giorno di agosto. Diversa fu la questione Stankovic: quella volta furono i tifosi della Juve a far saltare l’affare perché Dejan non era gradito alla tifoseria con buona pace del serbo che avrebbe poi vinto tutto in nerazzurro.

La storia di Guarin mi ricorda più che altro quella del Winner Taco. Una finta sollevazione popolare utilizzata come una strategia di marketing. Ho detto Winner Taco, mica Cornetto Algida o Cucciolone. Nell’epoca dei social network le notize viaggiano veloci, a volte anche prima del tempo. E i tifosi sfruttano tutti i canali che hanno per dire la propria. Una società ha il dovere di ascoltarli ma il diritto di agire come crede, altrimenti ne diventa ostaggio. Se il problema è Vucinic o Guarin la Società fa bene ad andare avanti per la propria strada. Se il problema è la mancanza di un idea, di un presidente e di un plenipotenziario che faccia capo a Thohir e ne assecondi le strategie, allora parliamo di altro. Con il rischio che tra poco i tifosi vadano a piangere dal loro unico papà: Massimo Moratti.

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