Occhi neri, viso regolare e postura eccellente: la fisicità di Audrey Hepburn rappresenta da sempre il simbolo più fine dell’eleganza.
Da mezzo secolo l’attrice britannica si conferma icona indiscussa della raffinatezza e del buon gusto e il suo ritratto, assieme a quello di Marilyn Monroe, è uno dei più popolari e diffusi della storia.
La potenza che esprime ogni immagine che la raffigura è tale da avere influenzato per sempre il mondo della moda negli anni a venire e ancora oggi, quando si cerca un riferimento di garbo e finezza, non si può fare a meno di rievocare l’immagine della Hepburn nella sua mise Chanel con copricapo e collana di perle.
L’attrice, pur essendo molto lontana dai canoni estetici dell’epoca, che celebravano forme abbondanti e fisici rotondi, aveva un corpo così sottile da potere valorizzare qualsiasi capo.
Oltre agli innumerevoli cambi d’abito la Hepburn adorava indossare cappelli di ogni sorta; il suo volto era così perfetto nelle proporzioni da riuscire a esaltare qualsiasi tipo di copricapo.
Ispirato dalle innumerevoli immagini dell’attrice con cappelli di ogni genere nasce il volume ‘Audrey Hepburn in hats’, realizzato dalla storica del costume June Marsh e edito da Reel Art Press.
Il progetto consiste in una raccolta delle foto più belle dell’attrice, da quelle scattate sul set agli scatti pubblicitari, senza escludere ritratti ‘di prova’, molti dei quali inediti.
La quantità di materiale disponibile era davvero abbondante viste le caratteristiche e la personalità dell’attrice che adorava farsi immortalare in outfit differenti, calandosi di volta in volta nel personaggio che gli accessori indossati rievocavano.
Edith Head, celebre costumista che lavorava spesso al suo fianco, inseriva ogni volta nei suoi costumi cloche, toque e cappellini, ben sapendo che nessuna al mondo fosse in grado di portarli come lei.
Alcune leggende che la riguardano narrano che fu lei stessa a scegliere la mise di Sabrina in ‘Un’americana a Parigi‘ nella scena del ritorno in America, e che per farlo si recò personalmente in Francia durante i defilè per scegliere l’accessorio che al meglio potesse simboleggiare quanto il personaggio fosse diventato chic. In quella occasione conobbe un sarto molto in voga, Hubert de Givenchy, che divenne suo amico e stilista fino alla sua morte.
Fu proprio Givenchy a creare per la Hepburn la cloche a pieghe bianca che Sabrina usò per il ritorno negli stati uniti, come del resto anche l’enorme cappello che Holly in ‘Colazione da Tiffany‘ utilizzò nella scena della visita a Sing Sing a un boss della malavita e il casco da safari in pelliccia che indossa nella scena cult dinnanzi alla famosa gioielleria.
‘Audrey Hepburn in Hats’ riassume ben 30 anni di moda e tendenze che hanno influenzato per sempre il modo di vestire e concepire l’eleganza della donna. Jaqueline Kennedy, altra famosa icona femminile, aveva come musa proprio la sottile e sofisticata Hepburn che, a vent’anni dalla scomparsa, sembra non essere mai andata via.