Per l’Esecutivo le patate bollenti sembrano non finire mai. Tra le questioni più delicate che Letta dovrà affrontare nei prossimi giorni c’è quella relativa alla nomina del nuovo direttore dell’Aise. Scadrà infatti con l’inizio di febbraio il mandato del generale Adriano Santini, che in passato è stato anche consigliere militare dell’ultimo governo Berlusconi.
Un cambio al vertice dei servizi segreti tutt’altro che irrilevante per gli equilibri dello Stato. L’Aise, l’Agenzia informazioni e Sicurezza Esterna, nata nel 2007 dallle ceneri del Sismi, svolge funzioni di intelligence dentro e fuori dall’Italia, e fa parte del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Ufficialmente all’oscuro dell’installazione nel nostro Paese di apparecchiature di intercettazione da parte degli anglo-americani nell’ambito dello scandalo Datagate, attualmente sta orchestrando il transito delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Si sta occupando, inoltre, della vicenda Marò ed è sospettata di aver messo lo zampino nell’espulsione (illegittima) di Alma Shalabayeva.
L’ennesima decisione difficile, dunque, per il premier, a cui spetta l’onere di nominare il direttore dell’Agenzia. Una scelta che Letta farà dopo essersi consultato con il sottosegretario ai servizi segreti Marco Minniti e con i rappresentanti delle principali forze politiche. La prassi vuole infatti che la nomina, vista la complessità dell’incarico, sia il più possibile condivisa.
Secondo le indiscrezioni trapelate sarebbero tre i principali candidati. Uno è l’ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi, comandante in capo della Squadra navale. Il suo è un curriculum di tutto rispetto, considerando che ha già ricoperto il ruolo di dirigente generale responsabile dei Sistemi informativi automatizzati della Difesa.
Un altro “papabile” è il generale Pasquale Preziosa, capo di stato maggiore della nostra Aeronautica. Ufficiale di grande esperienza, nella sua carriera ha avuto diversi incarichi importanti. Conta oltre 2.300 ore di volo e ha preso parte alle operazioni aeree in Bosnia con i Tornado.
Il terzo e ultimo candidato è un personaggio controverso, che da dietro le quinte ha giocato un ruolo più che significativo nella storia italiana degli ultimi vent’anni. Si tratta dell’attuale numero due dell’Aise, il generale Alberto Manenti, di fatto capo operativo dell’Agenzia. Il suo nome compare nell’affare Telekom Serbia, la nota vicenda giudiziaria legata all’acquisto di azioni dell’azienda telefonica Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, e nel caso Nigergate, relativo ai dossier, poi rivelatisi falsi, che dovevano raccogliere le prove dell’importazione di uranio dell’Iraq di Saddam Hussein. Di recente Manenti è stato coinvolto anche nell’inchiesta Finmeccanica. A chiamarlo in causa Lorenzo Borgogni, ex direttore delle relazioni esterne della multinazionale di Stato.